(1100) BITSTOP – nuova partenza

Se sei arrivato ora, soltanto ora, mi dispiace ma sei arrivo troppo tardi. Questo blog è stato un viaggio lungo tre anni e si è concluso perché così era stato deciso sin dall’inizio. Tutto rimarrà intatto in questo luogo, così come è avvenuto. Puoi leggere a ritroso (da questo al primo post) o puoi iniziare dal principio e sceglierti il passo che vuoi. Puoi anche saltare di qua e di là. Puoi addirittura andartene via senza leggere nulla. Ma per favore non sbattere la porta, non sarebbe gentile.

(Barbara Favaro – l’autrice)

 

Me ne sono inventata un’altra. Sì, inevitabile come un’escremento di piccione che ti cade in faccia in Piazza San Marco a Venezia. Mi dispiace.

Un blog che è un punto di ristoro, ecco l’idea. Prende ispirazione dal Pitstop che nel mondo delle corse è quella pausa di rifornimento necessaria a chi corre a perdifiato in pista per arrivare primo.

Noi tutti corriamo e corriamo in pista tutti i santi giorni, per questo abbiamo bisogno di un pitstop ogni tanto. Magari a metà settimana. Magari per godersi qualcosa di bello e inaspettato. Magari qualcosa che sia gratuito e che non abbia controindicazioni. Qualcosa così.

Ogni mercoledì, a partire dal 9 ottobre 2019, fermatevi un po’ qui da me: BitStop.

Un Bit per fare un bel respiro e poi tornare in pista per arrivare primi.

Io vi aspetto e… passate parola se vi va.

 

 

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(941) Omologarsi

Ancora non l’abbiamo capito, ma decidere di omologarsi a un ideale che per natura non ci aggrada ci rende la vita un inferno. Pensiamo che così facendo ci eviteremo discussioni e scontri con chi ci sta attorno, invece decretiamo la nostra morte cerebrale. Giorno dopo giorno, senza fine fino alla fine.

Nessuno ci verrà mai a dire: “Smettila, ritorna com’eri, padrone di te stesso e delle tue scelte”. Nessuno.

Quelli più fortunati ricevono una bella botta in testa e rinsaviscono, rendendosi conto di quanto quella loro vita priva di scossoni sia una bella bara che non porterà a grandi sorprese o emozioni sfavillanti, mai. Proprio mai.

Da questa riflessione potrebbe scatenarsi una vitale ripresa dell’Anima, che approffittandosi dello spiazzamento neuronale si rialza e ci fa fare una pazzia. Una di quelle che ti cambiano tutto, migliorano il tuo umore, la considerazione che hai di te stesso e la voglia di credere che sta a te decidere cosa e come apparecchiare i tuoi anni. Da subito.

L’omologazione a un’idea, a uno status sociale, a una visione dell’oggi e del domani è un deresponsabilizzarsi, un delegare a qualcun altro doveri e anche diritti che sono soltanto due facce della stessa medaglia. Medaglia che parla di te.

Se vuoi sapere quanto ti sei omologato a quel che hai attorno, prova a chiederti di cosa potresti fare tranquillamente a meno. E aggiungi nelle opzioni anche te stesso, così sarà più interessante scoprire chi vince.

Siamo una specie che ha fatto dell’adattarsi la regola base per la propria sopravvivenza, ma forse abbiamo esagerato. Forse pensiamo che sia più importante sopravvivere e farlo più a lungo possibile, piuttosto che rimettere in pista il proprio cuore ogni mattina e spingerlo a prendersi quella vita che non è mai ovvia, mai banale, mai come tutte le altre.

Forse non è così.

Forse si può fare di meglio.

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