(764) Canestro

In questo momento vorrei parlare di molte cose perché oggi ho molte cose da dire, ma sono tutte confuse, sono tutte accavallate una sopra l’altra e non riesco a metterle in ordine. Non riesco a scriverle. Non è tempo, evidentemente. La scrittura mi ha insegnato la pazienza e mi ha anche insegnato ad arrendermi di fronte all’evidenza: i tempi non sono quelli che voglio io, sono quelli che vuole lei (la scrittura appunto).

Mi ronza in testa però l’espressione “fare canestro”, che è qui per dirmi qualcosa, anche se non so di preciso cosa. Forse si riferisce a quando ho una sensazione e questa si rivela esatta. Quando inquadro una situazione e questa si palesa in tutta la sua natura. Quando dico e si avvera. Penso e si concreta. Taccio e si conferma.

Sono certa che succede a tutti, non è che sono dotata di poteri paranormali, ma forse non tutti se ne rendono conto perché gli non prestano attenzione. Per quanto mi riguarda quel fare canestro mi permette di non dare per scontato certi dettagli, quelli che mi stanno parlando e che io sto leggendo e interpretando.

Mi sembra assurdo, ma è corretto. Dubito della mia lucidità, ma è corretto. Metto in discussione ogni grammo di me stessa, ma è corretto. Corretto non significa Hurrà che bello!, potrebbe anche evidenziarsi come una brutta cosa (anche molto brutta), ma rimane corretto il messaggio che ho intravisto e la realtà non si cambia. Fortunatamente sono abbastanza vecchia per sapermi arrendere all’evidenza.

Faccio canestro spesso, ma non c’è nulla di che vantarsi, c’è solo da prestare attenzione perché si è sempre sul punto di prendere un granchio. Discernimento e cautela permettono al messaggio di farsi chiaro al tempo giusto, né prima né dopo. Solo che una volta che lo hai letto, girarsi dall’altra parte è codardia e con questa ci devi per forza fare i conti anche se pensi che nessuno se ne sia accorto.

Fare canestro… Eh. Davvero una bella cosa.

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(436) Organizzare

Che si tratti di pensieri, eventi o che-ne-so-io, quando sei lì che cerchi di far combinare tutto al meglio e qualcuno si intromette… parte l’embolo. Dovrebbe partire, deve partire. A me parte di brutto e ormai non lo nascondo più.

Ma santiddddio, son qui col cervello che mi fuma e ti intrometti per dirmi la tua perché sicuramente mi sarà d’aiuto… ma come ti viene in mente? Ma chi pensi di essere? Ma te l’ho chiesto io?

Ecco. L’embolo parte, l’occhiata fulminante raggiunge l’obiettivo, il silenzio tombale rafforza l’effetto e se il cielo vuole l’intruso capisce e si allontana (incolume) – se insiste è a suo rischio e pericolo.

Io funziono così, ma il 99% degli Esseri Respiranti funziona così, perché è sacrosanto che certi ambienti mentali siano protetti e rimangano fuori dalla portata degli altri. Se sto seguendo il mio pensiero, non posso avere quelli altrui che mi intralciano, non si va da nessuna parte così!

Il brain storming funziona solo per chi ha bisogno di una martellata alle sinapsi per dar loro una mossa, ma se le mie viaggiano a velocità supersonica che faccio anche fatica a seguirle, capisci che un brain storming mi rende nervosa? Lo capisci? Ecco.

Chiarito questo concetto, voglio anche precisare che il confronto con le menti altrui è una preziosità irrinunciabile, ma ci sono certi momenti delicati che se li tocchi combini un disastro. Si sbriciola tutto, si polverizza, evapora e poi non resta più niente. Come si fa a non capirlo? Come si fa a non proteggere quei benedetti momenti di delicatezza sinaptica? Come si fa a ignorare il crollo emotivo e la frustrazione del dopo, quando ti ritrovi tra la polvere e devi prendere l’aspiratutto per far pulizia? Come? Come? Come?

Usare un minimo di attenzione e tatto ci permetterebbe di non distruggere ciò che di buono sta cercando di palesarsi. E poi ci lamentiamo che la magia esiste solo nei libri di Harry Potter. Eh!

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