(896) Complice

Arriva un’immagine e pensi che sia lì per caso. Ti accorgi dopo qualche giorno che lei è sempre lì. Silenziosa, ma insistente. Pensi che tra un po’ se ne andrà così come è comparsa. Fai finta di niente, ma con la coda dell’occhio la tieni sotto controllo. L’immagine non fa una piega, rimane lì.

Ti fai un paio di domande caute: che cosa vuole da me? Per quanto ha intenzione di tormentarmi? Come faccio a mandarla via? Se glielo chiedo gentilmente se ne andrà da sola? Cose così.

Mentre ti fai le domande te la guardi meglio, ti fai un paio di pensate in più e inizi a interessarti a lei. Lei è ancora silenziosa, ostinata e silenziosa. Non dà neppure fastidio, non fa casino, si limita a esserci. Tu eri infastidita, ora ti stai abituando. Diciamo che è diventata parte del tuo quotidiano, una presenza se non ancora amica almeno d’ambiente. Non la senti pericolosa, inopportuna forse, ma non pericolosa. D’altro canto sei una persona pacifica, anche accogliente quando ti ci metti, e sicuramente adattabile – nei limiti – alle scomodità. Lei non occupa tanto spazio, non sporca, è educata, insomma dirle sciò ti sembra brutto.

E inizi a farci l’abitudine. A interagire con lei, piano piano. Uno sguardo tira l’altro, la fai avvicinare, la studi meglio. A un certo punto diventate intime. Come era naturale che fosse, lo sapevi che sarebbe finita così. Ormai è fatta. Non si torna più indietro. 

Diventa una compagna d’avventure. Condividete tutto ormai. E tu sai, sai perfettamente sai.

Stai diventando pazza.

E questo sarà il vostro segreto.

 

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