Oggi mi sono persa nei meandri di un sostantivo che mi motiva parecchio: opportunità.
opportunità s. f. [dal lat. opportunĭtas-atis]. – 1. [l’essere opportuno: sostenerel’o.diunprovvedimento] ≈ adeguatezza, appropriatezza, convenienza, pertinenza. ‖ necessità, utilità, vantaggio. ↔ inadeguatezza, inopportunità, intempestività, sconvenienza. ↑ dannosità. 2.[circostanza opportuna, favorevole: averel’o.difarequalcosa] ≈ adito, destro, occasione, possibilità, spazio.
Per quanto mi riguarda interagire con una persona opportuna è una benedizione. Non è affatto facile esserlo, bisogna fare attenzione agli spazi e ai tempi (nostri e degli altri). Mirabolanti acrobazie per il 99% delle volte. Eh.
Passo oltre: l’opportunità – dal mio punto di vista – è quella cosa che si discosta dalla semplice occasione perché porta in sé una crescita. Se la prendi al volo ti porta del bene. La vivo così. Mi sono sbagliata spesso confondendo le opportunità con quelle che erano soltanto delle occasioni, ma non mi sono mai sbagliata quando ho deciso di raccogliere per vedere dove mi avrebbero portato. Hanno una voce suadente, sono delle bellissime sirene, non puoi far finta di nulla.
Ok, detto questo, mi sconvolge enormemente (sono una dalle facili enfasi, ormai lo sapete) come nella nostra splendida lingua italiana si passi dal positivo opportunità al negativissimo opportunismo :
opportunismo s. m. [der. di opportuno, sull’es. del fr. opportunisme]. – 1. [comportamento di chi sfrutta spregiudicatamente le opportunità del momento] ≈ ‖ camaleontismo, funambolismo, [in politica] trasformismo. 2. (estens.) [spec. in competizioni sportive, capacità di saper cogliere e sfruttare il momento opportuno] ≈ tempismo.
Sfruttare spregiudicatamente le opportunità del momento, e molto probabilmente, creando danno a qualcuno… che pessimo talento, n’evvero? E qui scatta la confessione: il mio annusare le opportunità per muovermi in sintonia con esse (ho usato esse, devo essere proprio ispirata, santidddddio!) è stato molto spesso scambiato per opportunismo sebbene io non mi sia mai permessa – e se dico mai lo dico perché è proprio mai – di creare danno a qualcuno. Mai. Negli anni scorsi m’ha fatto molto soffrire questo giudizio che si trasformava istantaneamente in condanna. Poi ho capito che non condannavano tanto il mio muovermi per acchiappare le opportunità al volo, quanto il mio coraggio di muovermi per tentare di acchiapparle. Ci vuole coraggio per lanciarsi sperando di prendere l’opportunità giusta, quella capace di farti crescere. Io ce l’ho di natura questo coraggio, ma mi sono accorta soltanto in questi giorni che manca un verbo opportuno per definire questa cosa qui, ovvero: opportunità+coraggio = ????
Per-l’amor-del-cielo, ‘sto coraggio m’ha fatto frantumare ossa e naso parecchie volte, ma niente mi ha mai fermato. Un’opportunità, se hai il coraggio di misurarti con onesto sentire, ti porta sempre un po’ più in alto. Innalza la tua vibrazione, la conoscenza di te stesso, la percezione del mondo e di te che ti muovi nel mondo, col mondo, anche in opposizione al mondo intero – se servisse – non importa quali siano le conseguenze. Voli alto.
Ok, non sono malata di opportunismo, ma di OPPORTUNAGGIO. La qualità – si tratta di un valore positivo – di afferrare con audacia un’opportunità che senti ha potenziale, che potrebbe farti volare. Non è detto succeda, ma potrebbe succedere. E quando succede, tu voli. Poi l’atterraggio è quel che è, magari ti tocca farne uno di fortuna e ti maledici per il tuo azzardo… ma non te ne penti. Sei pronto a rifarlo ancora. Non te ne potrai mai pentire perché lo hai fatto, non lo hai soltanto pensato, non lo hai soltanto sognato, non te lo sei ripromesso per poi tirarti indietro. Lo hai fatto. Basta. Puoi morire tranquillo.
Opportunaggio. Fateci caso, funziona.