(567) Teoria

In teoria chi fa bene merita bene e chi fa male merita male. Balle. In teoria quello per cui lavori – con passione e dedizione – prima o poi lo raggiungi. Balle. In teoria se vuoi veramente una cosa e ti avvii in quella direzione prima o poi la ottieni. Balle. Balleballeballeballeballe.

La teoria sa essere bastarda, non gliene frega nulla di venire sbugiardata perché si appella al peggio dell’umanità che è la causa di tutto. Francamente questa spiegazione non mi basta: se in teoria funziona allora in pratica si deve concretizzare, altrimenti che diavolo di teoria è?

Uno sta lì ad affinare il pensiero, a smussare ogni angolo teorico, e tutto si risolve in uno sfanculare l’analisi, lo studio, l’aggiustamento per frantumarsi contro un ostacolo qualsiasi. La teoria è sempre troppo vulnerabile davanti alla pratica, perché le diamo ancora credito? Non ci ha deluso abbastanza? Ecco, con lei non funziona così, a lei le si dà più possibilità, ci sono le contingenze e le circostanze e le pertinenze e cos’altro ancora?

In teoria tutta questa teoria che ci riempie la bocca va a disintegrarsi contro ogni sassolino che le capita sulla strada come se fosse un muro di cemento armato. La cosa incredibile che è un attimo a farne su un’altra per sostituirla, un attimo! Ma mettiamoci un po’ di più – santiddio – che magari la facciamo meno fragile, meno friabile… che magari duri un paio di giorni in più… che magari sappia affrontare qualche cunetta, che galleggi durante una tempesta o sappia ballare se c’è uno smottamento… insomma!

In teoria son bravi tutti. Nella pratica diventiamo un allevamento di microcefali. E non c’è più niente da aggiungere.

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(373) Mentore

La fortuna più grande è poter incontrare sulla tua strada un Maestro. Siamo d’accordo, chiunque incontri ti può insegnare qualcosa, ma la Visione di un Maestro può salvarti la vita.

A me è successo.

Forse è successo perché lo desideravo più di ogni altra cosa al mondo, avevo bisogno di una luce che mi facesse indovinare un sentiero, un luogo aperto e sconfinato dove il vento ti si oppone solo quel tanto che serve per testare la tua capacità di essere – nonostante – e resistere – nonostante. Forse è successo perché c’era una sorta di consapevolezza in qualche cellula urlante del mio corpo che non mi faceva stare in pace. Forse è successo perché da sola non avrei potuto fare ed era scritto che l’avrei trovato e che avrei saputo riconoscerlo e seguirlo e magari raggiungerlo, anche solo per un sorriso e un grazie.

Il fatto è che da quell’incontro ho iniziato a mutare forma interiore e si sono fatti vivi bisogni che pensavo fossero solo bizzarri e ridicoli fastidi. Non lo erano. E non so se ringraziare o maledire il mio DNA, perché non è ancora finita.

La cosa certa è che quando incontri un Maestro e te lo sai dichiarare, quando lo sai far fermare e lo sai ascoltare e poi lui prosegue – senza di te – sei meno fragile anche se sei la stessa. Vale la pena patire, per ogni grano di conoscenza che raccogli.

Non ho mai abbandonato il mio Maestro, lo seguo senza occhi e senza passi, lo sento senza bisogno della sua voce. Eppure, quando ritorna presente e i suoi pensieri mi si poggiano davanti come gradini da salire, non ho mai dubbi, mai ripensamenti, mai scollamenti. Lui rimane il mio Maestro, io rimango grata debitrice. Non solo di una vita, ma di tutte quelle che a me sono state destinate. Ovunque, in ogni tempo.

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