(1090) Countdown

Inizia oggi. Fra 5 giorni questo blog si fermerà. Ho intenzione di dedicare altri 5 post in più per parlarvi di questa mia esperienza (quindi vi saluterò definitivamente il 3 ottobre 2019). Finire bene è importante almeno quanto iniziare bene. Il cerchio di chiude e tutto deve trovarsi il suo posto. Se non accade manchi un’occasione che rimpiangerai per tutta la vita (vale per le piccole cose e per le cose importanti).

Iniziare il countdown significa che devi pensare a un sacco di cose. Devi lottare contro molte emozioni contrastanti. Devi tenere botta e rimanere sul pezzo. Non puoi distrarti, hai uno scopo ben preciso che ti sta venendo incontro. Sbatterci la faccia non è una buona idea.

Ne ho vissuti alcuni di countdown durante i miei anni, ma questo è il più consapevole. Gli altri non avevano proprio una scadenza, gli altri stavano su a forza di nervi, una volta che cedevano chiudevo e bon. Ecco come ho imparato che chiudere bene è fondamentale per non ritornarci più sopra. E non si può vivere lasciandosi tutte le porte aperte alle spalle. Non si può continuamente tornare indietro, ripetere ciò che ormai è finito e che deve essere lasciato in pace.

Conviene fare per bene tutto. Progettare una buona fine, realizzare una buona fine, vivere una buona fine. Lo fai una volta, lo fai bene e tutto va a posto.

Ok, oggi inizia il countdown. Saranno giorni strani. Saranno bei giorni. Di tristezza e di sollievo a tratti. Restate con me fino alla fine? Spero di sì.

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(985) Rituale

Ognuno di noi ha i propri rituali. Da quando ci svegliamo al mattino a quando ci corichiamo la sera facciamo in automatico dei gesti che abbiamo a un certo punto deciso che per noi così andavano bene. Il nostro cervello e il nostro corpo li hanno memorizzati, in questo modo non dobbiamo più preoccuparci di ricordarli, sono loro a ricordarsi di fare ciò che è stato deciso debbano fare.

Ogni tanto ci faccio caso. Mi sono adeguata a quanto ho ritenuto essere più comodo per farne un gesto abitudinario, automatico, che mi solleva i pensieri.

Dovrebbe essere così, poi alle volte il meccanismo si inceppa: sicura di aver messo le chiavi nella tasca esterna della borsetta, vado a cercarle lì e non le trovo. Panico. Le ho messe in quella interna, perché mi sembrava in quel momento più sicuro. Sono stata scema? No, sono stata brava perché ci ho pensato, solo che poi ho dimenticato il mio lampo di genio e… vabbé… mica si può pretendere più di tanto da me.

Ci sono dei rituali che mi sono costruita nel tempo che rendono i “miei” momenti piacevoli. Non sono moltissimi, ma quei cinque che ormai si sono consolidati se li salto mi mancano. Quindi non li salto. Anche quando sono stanca, anche quando sembra li faccia sovrappensiero. Non li salto mai.

Il mio scrivere ***Giorni Così*** è diventato un rito. Sto iniziando nella mia testa il countdown, perché a settembre scadranno i tre anni di impegno/scrittura e dovrò sostituire questo mio ritrovarmi qui con qualcos’altro. Mi è stato chiesto se sia proprio necessario concludere questo progetto e ho risposto sì. In automatico. Avevo deciso così e così farò. Però.

Però a pensarci è proprio necessario? Rituali a parte, che è sempre un dolore lasciarli, penso che il motivo per cui ho deciso di far durare i miei ***Giorni Così*** tre anni e non di più aveva un senso e quel senso ce l’ha ancora. Nel frattempo la mia vita si è ribaltata più di qualche volta, ma lei lo farà comunque anche se non condividerò i miei pensieri quotidiani qui dentro. Volevo dimostrare qualcosa e credo di averlo dimostrato. Prima di tutto a me stessa. 

Per chi si fosse perso dei pezzi posso solo dire che a fine settembre ribadirò le mie motivazioni e condividerò con tutte le Anime Belle che mi stanno leggendo giorno dopo giorno tutto quello che ***Giorni Così*** è stato ed è per me. 

Promesso.

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(364) Vigilia

Lo stato d’animo che mi prende a ogni vigilia non ha niente di esaltante. Penso immeditamente a come sarà il dopo festeggiamento e a quanto vorrei avere già scollinato. Lo so, sono una guastafeste.

Penso che una cosa è bella se dura poco, forse perché mi stanco facilmente, quindi se ci fosse il modo di passare subito ai festeggiamenti senza attraversare la vigilia sarebbe perfetto. Viene benissimo quando me ne dimentico di brutto e al mattino appena sveglia qualcosa o qualcuno mi ricorda che è ora di festeggiare: l’entusiasmo mi sale a 1000 e sono pronta a fare bagordi. Carpe Diem.

In poche parole vorrei già essere a domani, quando festeggerò (penso proprio che lo farò da sola, ma che importa!) ben 1 anno dall’apertura di questo diario virtuale che ho chiamato *Giorni Così* appunto per non creare troppa aspettativa – so essere astuta se mi ci metto.

Di questo parlerò domani – accidenti! – oggi voglio dilungarmi ancora un po’ sul fatto che le vigilie, secondo me, siano state create apposta per rovinare la festa. Ti prepari a festeggiare, in poche parole ti scappa di festeggiare un po’ prima e così quando arriva la festa sei già stanco e ti prende la malinconia. Una cosa del genere può essere giustificata solo in caso di forzato Natale, dove la malinconia fa scempio di te già dal 1° dicembre e ti molla soltanto dopo la Befana quindi la vigilia è soltanto un pretesto per mangiare tortellini in brodo in vista dell’ingozzamento selvaggio del pranzo-merenda-cena-dopocena natalizio.

In tutti gli altri casi, la vigilia non è una buona idea. Mi propongo, pertanto, di ignorarla totalmente il prossimo anno, e se sarà proprio necessario fingerò di non accorgermi che il tempo passa veloce-lento-veloce-lento dribblando ogni mio tentativo di controllo e lasciandomi in balìa di me stessa e della mia idiosincrasia per le vigilie.

Meno 5

Meno 4

Meno 3

Meno 2

… 1

 

 

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