ottusità /ot:uzi’ta/ s. f. [der. di ottuso]. – 1. [lentezza di mente: persona di grande o.] ≈ (lett.) buaggine, cretineria, (non com.) ebetudine, idiozia, (spreg.) microcefalia, scemenza, stupidità, torpidezza. 2. (estens.) [scarsa capacità di percepire le sensazioni sonore: o. d’udito] ≈ debolezza.
Presente quando ti cadono le braccia? Mancano le forze, le argomentazioni, le speranze, tutto azzerato. L’ottusità che un certo tipo di persona incarna è devastante. Ti tirano fuori il peggio, ti vien voglia di usare le testate anziché parole assennate. E a dirla tutta una testata assennata ha tutto un suo perché.
Una persona ottusa rivela la sua debolezza, ma con violenza. Una violenza che potrebbe danneggiarti se diventi tu il nemico. Sta tutto qui il gioco: le parti possono cambiare in modo repentino e tu nei loro confronti potresti trovarti dall’altra parte del campo. Diventi tu il bersaglio. Diventi tu il catalizzatore del loro odio. Non ci sono amici, ci sono alleati e gli alleati cambiano, vengono sostituiti a seconda della necessità, anzi del tornaconto.
Usano il sarcasmo, quello che parte da presupposti atroci (mors tua vita mea), e smantellano ogni tentativo di dialogo, di incontro. Un incontro, per loro, è un match da affrontare con artigli sguainati. Loro si vendono come i più intelligenti, ma sferrare colpi a tradimento, scagliarsi sulle debolezze altrui, non è sintomo di intelligenza ma di bestialità.
E questo tipo di umanità mi fa allontanare anni luce dalla gentilezza e dalla compassione, per questo non me ne faccio un vanto, ma mi rammarico di non essere migliore per poter guardare oltre e capire come agire, cosa fare.
L’ottusità è una piaga sociale, creata dalla società stessa. Come si fa a far rinsavire una società violenta e oppressiva come questa?
Chi dice di avere una risposta, mente. Siatene certi.