In un piatto, il contorno è pensato per dare risalto alla pietanza principale. Solitamente il contorno deve volare basso, non può avere pretese da superstar perché ciò che deve risultare indimenticabile è il protagonista della ricetta e nient’altro.
Il contorno fuori dalla cucina ha più agio di mostrarsi, potrebbe essere che in un evento sia il contorno a motivarci a restare o ad andarcene, e il main character può anche andare a farsi friggere.
Penso che sia abominevole considerare poco rilevante il contorno, gli stiamo proprio facendo un torto. Valutando che ognuno di noi lo è stato di contorno, in più di un’occasione, possiamo empatizzare con lui e comprendere come ci si sente a essere considerati un di più. Se ci sei bene e se non ci sei bene lo stesso. E no! Ragionando così va tutto a remengo, ce ne vogliamo rendere conto o no?
Prendi una cotoletta alla milanese: senza cotoletta niente milanese, ovvio, ma senza patatine fritte che tristezza sarebbe?
Prendi un concerto di Vasco: senza Vasco non c’è concerto, ovvio, ma senza i fans adoranti che concerto sarebbe?
Prendi lo Stato Italiano: senza Governo non c’è Stato, ovvio, ma senza i cittadini che diavolo di Stato sarebbe?
Potrei continuare con dieci milioni di esempi diversi, ma il risultato non cambierebbe: il Contorno fa la differenza, il Contorno ha potere quanto il protagonista, il Contorno può – con un colpo di coda – trasformarsi nella superstar della situazione. Lo vogliamo capire una buona volta?!
Se dessimo a Cesare quel che è di Cesare e al Contorno il rispetto che di default gli è dovuto, secondo me, potremmo cambiare le sorti del nostro Destino in men che non si dica. E il Contorno saprà esserci riconoscente, perché lui è un tipo umile, che fa bene il suo lavoro anche senza ricevere premi, e che sa che a fare bene ciò che si sa fare bene non si sbaglia mai. Diamine!
Contorno is the only rule!