(26) Ammirare

L’ammirazione ha i suoi periodi. Quando si è giovani è totale, non si vede nient’altro, si è accecati. È un innamoramento. E poi passa. Non sempre, ma il più delle volte passa. Per fortuna e anche no, perché è bello quel coinvolgimento che ti spinge verso il migliorare te stesso per essere… esattamente così com’è l’oggetto della tua ammirazione.

Si tratta di ispirazione. Una persona che ammiri è una persona che sa ispirarti al movimento, alla crescita. Certo, ammiri la persona sbagliata o ammiri una persona per le ragioni sbagliate e diventi un kamikaze, ok. Dovremmo poterci appoggiare su un certo equilibrio personale prima di lanciarci in grandi imprese di emulazione.

Quello su cui sto riflettendo ora, però, riguarda l’evolversi di questo sentimento adolescenziale (l’ammirazione cieca) nei miei anni. Le persone che ammiravo un tempo non sono sparite dalla mia sfera emotiva (le considero ancora parte di me), ma le ho sistemate un po’ più vicino. Non sono più Déi, sono Esseri Umani. Come me.

Le cose sono due: o l’età avanzata mi ha resa presuntuosa (non lo escludo), oppure ho lavorato bene e mi sono avvicinata davvero all’immagine della persona che avrei voluto essere quando ero più giovane (non lo escludo).

Se devo andarci giù piatta sento che la seconda ipotesi è quella che mi calza meglio, ma se fossi soltanto una gran presuntuosa non sarei in grado di valutarmi lucidamente e sentirei che la seconda ipotesi è quella che mi calza meglio.

Non vedo vie d’uscita. Buonanotte.

b__

Share
   Invia l'articolo in formato PDF   

Pubblicato da