Il come sei si traduce in come fai. Grazie per aver letto fino a qui e arrivederci alla prossima settimana.

 

Che razza di modi sono?!

Cosa cavolo stai facendo?!

Ti sembra una cosa normale?!

 

Esattamente così. Questa è la reazione giusta. Il mio “come” è stato lapidario, sibillino e irritante.

Quindi entrare in un locale e salutare (per esempio) è un modo educato di interagire con chi si trova dentro al locale. Prestare attenzione a non ferire con le nostre parole/pensieri e/o le nostre azioni anche chi se lo meriterebbe è un modo gentile di stare nel mondo. Evitare di usare le debolezze altrui per rimarcare una propria presunta supremazia, è un modo elegante per essere presenti a sé stessi con umiltà. Soppesare il nostro “fare” per renderlo idoneo al contesto in cui ci stiamo muovendo, è un modo misurato e saggio per evitare il “troppo” (poco o tanto) che può recare danno a persone/animali/cose. Riconoscere le nostre emozioni e filtrarle prima di esternarle random è un modo per essere in controllo anziché in balìa di quello che proviamo (che ha lo stesso peso e valore di quello che provano gli altri, tutti gli altri).

Prima lo si impara e meglio è. 

Questi modi (l’educazione, la gentilezza, l’eleganza, la misura, il controllo) sono tra i miei preferiti, ma ce ne sono anche altri bellissimi e gioiosi (la delicatezza, la leggerezza, la luminosità, la pazienza, la vicinanza, l’interesse, la curiosità… ) che si possono adottare con facilità, questione di poco, basta volerlo.

I modi che utilizziamo ci disegnano, ci modificano, ci innalzano o ci seppelliscono (dipende). Sono i nostri modi, dobbiamo prendercene la responsabilità.

Adesso guardate queste ads e prestate attenzione al “come”, ovvero al modo con il quale sono state pensate, realizzate, presentate:

Magnum (gelato)

Centro Yoga

Spotify (auguri feste natalizie)

Spotify (auguri feste natalizie)

 

Il come sei si traduce in come fai le cose. Tutte le cose, tutte quelle che ti riguardano. E come vivi le cose che appartengono agli altri, come le senti, come le guardi, come le giudichi, come le valuti, come le accetti o come le rifiuti.

Dal mio punto di vista abbiamo tutti bisogno di analizzare il nostro personale e intimo come stiamo al mondo, dentro questo mondo complesso-doloroso-magnifico, per decidere come vogliamo trasformarlo in qualcosa di unico-originale-indimenticabile e più nostro-che-mai.

Addirittura irrinunciabile.

Perché dovremmo vivere meglio di come facciamo.

Grazie per aver letto fino a qui e arrivederci alla prossima settimana.

🙂

 

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