(344) Coda

Credo che il pavone sia sempre stato trattato ingiustamente. Lo si pensa vanitoso, solo perché dotato di una meraviglia che – volente o nolente – si deve gestire come meglio può. Non l’ha scelta lui ‘sta situazione, gli è stata data da Madre Natura, chiaro?

Dunque, immaginiamo di essere un pavone e di essere i legittimi proprietari di una coda che spiegata totalmente nella sua portentosa bellezza lascia tutti a bocca aperta. Che facciamo? La teniamo ripiegata come un ventaglio che si infila in borsetta quando non serve? Follia!

La coda, che è anche portatrice di sana responsabilità, ha bisogno di essere rinfrescata di tanto in tanto, ha bisogno di nutrirsi dei raggi del sole, ha bisogno di sgranchirsi le piume per ravvivare i colori, ci abbiamo mai pensato? Certo che no, mica siamo dei pavoni, mica siamo dotati di una coda di simil portata!

A parte che son bravi tutti a giudicare quando il problema non ti tocca, dovremmo smetterla una buona volta e soltanto ringraziare. Ringraziare ogni pavone che, malgrado quello che gli invidiosi pensano, ci fanno dono del loro dono – di tanto in tanto – lasciandoci a bocca aperta.

Dirò di più: non mi vergognerò più di mostrare la mia coda, d’ora in poi sarò un indomito pavone che fa soltanto ciò che è gli è dato fare. Punto e basta.

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(192) Re

Non è che il titolo di Re lo si dà a tutti, così perché fa figo. Non funziona. Nessuno dovrebbe portarsi addosso un carico del genere senza esserselo almeno guadagnato e aver dimostrato di essere il migliore. In qualcosa, non in tutto, ma il migliore. Punto e basta.

Non è un titolo che si passa alla progenie, succede da sempre ma non è così che deve essere. Stiamo sbagliando.

Non è un vezzo per chi fa della vanità una virtù da sbattere in faccia agli altri. Un Re sa essere umile senza abbassare lo sguardo, sa essere sicuro di sé e determinato senza prevaricare sugli altri, sa essere saggio e lungimirante per guidare chi manca di visioni e di buonsenso. Un Re sa essere perché è. Sarebbe lo stesso anche senza titolo, senza corona, senza reame.

Un Re è un Uomo che può prendersi l’onere di esserlo perché consapevolezza e coraggio lo sorreggono anche quando le gambe gli cedono.

Una Regina? Lei molto di più. Ma davvero molto di più. Senza che nessuno lo sappia, senza che qualcuno glielo riconosca, senza bisogno di mostrarlo a tutti. E sempre. Instancabilmente sempre.

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