Credo che il pavone sia sempre stato trattato ingiustamente. Lo si pensa vanitoso, solo perché dotato di una meraviglia che – volente o nolente – si deve gestire come meglio può. Non l’ha scelta lui ‘sta situazione, gli è stata data da Madre Natura, chiaro?
Dunque, immaginiamo di essere un pavone e di essere i legittimi proprietari di una coda che spiegata totalmente nella sua portentosa bellezza lascia tutti a bocca aperta. Che facciamo? La teniamo ripiegata come un ventaglio che si infila in borsetta quando non serve? Follia!
La coda, che è anche portatrice di sana responsabilità, ha bisogno di essere rinfrescata di tanto in tanto, ha bisogno di nutrirsi dei raggi del sole, ha bisogno di sgranchirsi le piume per ravvivare i colori, ci abbiamo mai pensato? Certo che no, mica siamo dei pavoni, mica siamo dotati di una coda di simil portata!
A parte che son bravi tutti a giudicare quando il problema non ti tocca, dovremmo smetterla una buona volta e soltanto ringraziare. Ringraziare ogni pavone che, malgrado quello che gli invidiosi pensano, ci fanno dono del loro dono – di tanto in tanto – lasciandoci a bocca aperta.
Dirò di più: non mi vergognerò più di mostrare la mia coda, d’ora in poi sarò un indomito pavone che fa soltanto ciò che è gli è dato fare. Punto e basta.