(886) Tormentone

Vivo di tormentoni. Che quelli di agosto alla radio mi fanno un baffo. Potrei fare diecimila esempi di come ci siano cose da cui mi faccio ossessionare, contenta di esserne ossessionata per di più. Da non crederci.

Fatto sta che a un certo punto mi rompo e quindi elimino totalmente il tormentone dalla mia vita. Tanto da disconoscerlo a 360°. Se qualcuno me lo ricordasse – povero lui/lei – sarei pronta anche a negare l’evidenza. Una volta fuori dalla mia vita il tormentone perde ogni potere e diventa niente. Zero.

Non lo so se sia normale. Voglio dire che non oso neppure chiederlo a chi mi sta vicino se vive la questione “tormentoni” così come la vivo io, una sorta di pudore me lo impedisce. Forse anche il timore di essere ricoverata alla neuro. Ora ne scrivo perché probabilmente ho bisogno di un po’ di adrenalina e se il post vi finisse strambamente all’improvviso davanti agli occhi significa che sono venuti a prendermi.

Il tormentone di cui mi approprio, nella fattispecie, accompagna un periodo della mia esistenza con le sue vibrazioni. Per esempio: sto male e mi ossessiono con una canzone triste all’inverosimile, sto bene e scelgo una che mi fa volare. Questa più che un’abitudine è diventata la regola per quanto riguarda la musica. Ci sono però delle cose che stanno con me perché senza mi sento male. La MIA mug, per dirne una. E non è soltanto una, cambia a seconda di come sto. O del luogo in cui mi trovo. Se sono a casa ne ho parecchie tra cui scegliere, se sono al lavoro posso contare su un paio (o per la tisana/tè o per il caffè). Insomma, se dovessi approfondire la questione della sostanza del tormentone in essere potrei torturare chiunque con storielle molto stupide e inutili, quindi preferisco vivermi queste ossessioni nel mio intimo.

Certe volte, però, ho bisogno di farle uscire. Come stasera. Non so perché, forse perché sto per scegliere proprio quella canzone e sto bevendo tisana bollente da quella MIA mug. Sì, insomma. Normale normale proprio non dev’essere. Me lo confermate?

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(218) Pozione

Ben inteso: la pozione mica è sempre magica, tutt’altro. Spesso è un semplice decotto, un infuso blando, un medicamento placebo. Eppure adoriamo le pozioni.

La sola possibilità che lo sia, magica intendo, cambia tutto. La possibilità che si può tradurre meglio in: immaginare la possibilità. Solo immaginare che questa pozione mi darà la forza di Asterix me la fa prendere volentieri. Faccia anche schifo come sapore, i risultati saranno strabilianti.

Io la vorrei la pozione giusta per farmi diventare strabiliante. Non l’ho ancora trovata, ma ogni giorno mi aggrappo a una delle mie possibilità immaginate per farmi fare ancora un altro passo nella giusta direzione. Fosse anche una pratica stupida, una cosa da nulla, non la abbandonerei mai, per nulla al mondo.

Ho ancora un paio di possibilità immaginate che mi sorreggono quando le gambe cedono e sono loro il mio segreto, la mia pozione magica. Un goccio e divento strabiliante. Lo consiglio a tutti, posologia a piacere, effetti collaterali ridotti a un nulla. Tenere lontano dalla portata dei cinici e dei boicottatori di possibilità immaginate, ovviamente.

 

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