Per la maggior parte del tempo abbiamo la consapevolezza di essere un pezzo unico. Corpo + mente + cuore = Persona Intera. Non fa una piega.
Ci sono dei momenti, però, dove fatalmente ci si scolla e ci si scopre essere fatti di brandelli messi insieme, anche bene perlamordelcielo, ma che possono volersi staccare quando le condizioni spingono-tirano-premono-squassano. Mai capitato?
Il corpo va da una parte, la testa dall’altra, il cuore tace.
Oppure: il cuore è in tachicardia dura, il corpo non risponde, la testa pensa che i pisellini della Findus son ben più teneri di quelli freschi.
Cose assure, surreali.
Ai momenti di piena compattezza, dove si va avanti con grande presenza e si affronta la giornata come se fossimo posseduti dallo spirito di Gandalf e oggettivamente saremmo capaci di conquistare il mondo terracqueo, a quelli dove ogni pezzo di cui siamo composti si fa i cazzi propri e non c’è verso di farli comunicare.
L’unica è dormire. No, davvero, bisogna soltanto raggiungere un posto al sicuro, stendersi su un materasso morbido e dormire. Dormire a lungo, ostinatamente, come se niente fosse più importante al mondo.
In realtà è proprio così. Perché se non stiamo incollati e ci scappiamo da tutte le parti, come possiamo affrontare il mondo che ci vuole fare a pezzi?
Non possiamo. Quindi: buon riposo e… spegnete la luce.