In punta di piedi. No, non è per tutti. Devi essere fermo dentro per restare lì immobile e in silenzio. Devi appoggiare tutto te stesso sullo sterno, ma devi farlo con leggerezza o sprofondi.
Un esercizio estenutante, rischi di dimenticarti che c’è il resto del corpo se ti concentri solo lì, ma se non ti concentri allora il resto del corpo ti si ribella e ti fa rotolare al suolo.
Il respiro conta, ma non devi contare i respiri altrimenti il tempo non ti passa più. Devi guardare il luogo a cui aspiri, senza lasciarti distrarre dalla fatica e dalla paura di scivolare.
Quando inizi a sentire la musica, quello è il segnale che stai andando bene. Non che sta diventando più facile, sia mai!, ma che hai trovato il segreto per stare in equilibrio. Non per sempre, forse, ma intanto ci sei e non devi far altro che impegnarti a restare lì sospesa eppure ancora a terra.
Questo è l’unico modo che conosco per stare al mondo. E non è una questione che si risolve e basta, è sempre un cedere di gambe e di cuore, ogni volta che questo mondo mi viene addosso. E vorrei essere come il mondo, vorrei essere più stabile, vorrei essere più capace di sospendermi e godermi lo spettacolo, ma ormai ci ho rinunciato. La mia fatica, che conosco, è quella che io posso sopportare. Niente di più, niente di meno.
Oplà!