Il mio Caos è lo Spazio Sacro in cui nasce tutto. Tutto cosa? Tutto il progetto di me-persona. Me lo devo ricordare ogni volta che ho giornate come questa dove il Caos mi sembra la fine e non l’inizio.
Non ho un modo chiaro (e forse neppure intelligente) per spiegarlo a me stessa, figuriamoci agli altri. Anche a scriverlo non risulta migliore, né più nitido né più malleabile: il mio Caos è una carogna.
Mi annichilisce, mi sovrasta, mi polverizza. Poi mi faccio una doccia e il mio Caos si placa per far risalire a galla una boa.
Al momento la boa mi sembra bellissima, è la mia salvezza. Se faccio l’errore di ritornare, però, nella realtà prima del dovuto la boa diventa bolla di sapone e puf. Sparisce.
Processo irreversibile e dinamica immutabile. Errore che commetto spesso, anche oggi, ma il mio Caos è lo Spazio Sacro in cui nasce il progetto di me-persona.
L’ho scritto per ricordarlo meglio, senza la speranza che mi risulti migliore o nitido o malleabile.
Il mio Caos rimane una carogna.