(426) Nostalgia

Ci sono cose di me che mi mancano, le ho perse per strada temo. Cose piccole, da nulla, ma che mi facevano felice. Stupidamente felice, in autonomia, senza che ci fosse qualcuno coinvolto. 

La lista non è lunghissima, ma ho notato che si è allungata negli ultimi dieci anni e un po’ mi preoccupa. Sono meno felice di un tempo? Sì, credo di sì. Che sia una cosa irrecuperabile? Non del tutto, credo. Spero.

Negli ultimi tempi mi sono concentrata sui motivi per cui ho perso pezzi di me per strada, ma non è che mi abbia fatto sentire meglio. Anzi. Si finisce sempre con l’autocommiserarsi, in questi casi. Quindi sto cercando di impormi un’altra visione e di dimenticare il perché per perdonarmi e riprendermi in fretta. Potevo fare meglio di così? Certo che potevo, ma forse no. Il passato non cambia, il presente può cambiare. Io sono qui nel presente… guarda te che coincidenza!

Oggi ho iniziato a considerare che, forse, ho frainteso un paio di lezioni e che, forse, mi sono data per vinta perché mi sono pensata e vista perdente. Questa cosa mi ha rattristata peggiorando la situazione, ovviamente. Così riparto da là, da quelle lezioni non lette correttamente e nei prossimi giorni vedrò che farmene. Da qualche parte dovrò pur ricominciare, no?

E anche se la nostalgia per le corse sfrenate in bicicletta – della mia fanciullezza – e il ballare in pista fino al mattino – della mia adolescenza – o il cantare a squarciagola ai concerti rock – dei miei vent’anni – non ho altra scelta che vivermela perché quelle cose non le posso riportare qui nel mio oggi, posso sempre ridimensionare il tiro e godermi quelle piccole felicità che so ancora creare in autonomia, soltanto per me. Toccherà inventarmi qualcosa…

eh.

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