Prendere le distanze da quello che non ci piace, quello che ci ripugna, è un nostro preciso dovere e non un semplice diritto. Andare in piazza a manifestare è un modo per dirlo, per dichiararsi contrari e lontani da certe posizioni che ci indignano perché oltraggiose e ripugnanti. Eppure…
Ho sempre preferito dichiararmi e dissociarmi nel mio quotidiano dicendo NO a questo o a quello e mantenendo la mia posizione nonostante le conseguenze. Non partecipo a una manifestazione dal tempo della scuola e non lo faccio perché la folla mi rende nervosa (anche se festante).
Dico questo dopo essere stata apostrofata malamente perché non mi sembra fondamentale urlare in piazza il mio dissenso quando nel mio quotidiano porto addosso i segni di tale dissenso come conseguenza naturale, come mio dovere inalienabile. Tanti che urlano in piazza e si mostrano oltraggiati e ancora di più, nel quotidiano si gestiscono come topolini da laboratorio, fanno quello che gli si dice di fare per evitare conseguenze sgradevoli da portarsi addosso.
Però sanno lamentarsi. E non smettono mai.