Se mentre viviamo riusciamo a prestare attenzione agli andamenti della nostra evoluzione, possiamo riconoscere immediatamente i periodi in cui siamo pronti. Pronti per fare, pronti per dire, pronti per partire, pronti per litigare, pronti per progettare, pronti per spiccare il volo. Insomma: pronti.
Partire in anticipo non va bene, ti bruci (o bruci l’opportunità), non sei ancora pronto. Partire in ritardo non va bene, potrebbe anche non interessarti più, non interessarti abbastanza, senza neppure rendertene conto. Si parte quando si è pronti.
Essere pronti significa che sei focalizzato sull’obiettivo, sei motivato a manetta nel raggiungerlo, sei pieno di forze e di speranze sul buon esito della spedizione e, finalmente, hai a disposizione una buona dose di fiducia in te stesso per agire.
No, non significa che è tutto perfetto. Non significa che dentro stai una meraviglia e che fuori è tutto un peace&love. No. Ma nonostante tutto quello che hai dentro e tutto quello che c’è fuori tu pensi: ora. Non più domani, non più un altro giorno, non più fra un po’. Ora. Semplicemente ora.
E non ti sto a dire che si aprono le porte del Paradiso e l’Universo si piega ai tuoi voleri, anzi. Succede che metti da parte le lamentele, le delusioni passate, le paturnie ataviche per fare qualcosa che per te è importante. Stop.
Non sai come andrà. Non sai dove ti porterà. Non sai se stai facendo bene o male. Non sai quanti ostacoli troverai sulla tua strada. Non sai se riuscirai a superarli. Non sai se perderai anche le mutande. Non sai se riuscirai a tenere botta fino al raggiungimento dell’obiettivo. Non lo sai.
Quello che sai si riduce a un unico piccolo focalizzato punto. Molto solido. Molto prepotente (proprio molto): sai che sei pronto.
Stop.