(1015) Cristallo

L’Essere Umano viaggia mediamente su frequenze torbide: difficile capire quello che pensa e le sue intenzioni. Spesso non perché in malafede, semplicemente perché confuso. Questo detto senza alcun tipo di giudizio, mantenendo uno sguardo scientifico sulla faccenda (io scienziata, mi viene da ridere).

Andando oltre, ci sono degli istanti – istanti da nulla  che se non ci fai attenzione scappano via e fan sembrare tutto un’illusione – in cui si scopre la purezza del cristallo che sta alla base di un’Anima. 

Potrebbe essere che lo noti in uno sguardo, in un gesto della mano, in un sospiro, in un voltare la testa o in una parola a cui la voce dà forma magari sopra pensiero. Il cristallo che c’è lancia un luccichìo riflettendo la luce che è nascosta dentro, in fondo. L’ho detto, questione di un istante. Se te lo perdi peggio per te.

Se, però, decidi di farci attenzione mentre interagisci con le persone che ti stanno attorno, potresti essere invaso da raggi di luce che – random – squarciano il tuo momentaneo buio. Per risonanza uscirà anche la tua luce, dal tuo cristallo che tieni ben protetto laggiù nelle tue viscere.

È necessaria una disinteressata disponibilità per far sì che si palesi questa piccola alchimia, è necessaria una predisposizione alla felicità. Credo.

Il cristallo è trasparente, ciò comporta una serie di preoccupanti conseguenze, per questo va tenuto al riparo. Ma al buio non può fare il suo lavoro: espandere la luce per illuminare tutto. È un peccato, vero?

Urge trovare un compromesso, sono d’accordo.

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