Ti metti al volante e prendi il controllo del tuo mezzo. Sai quando cambiare le marce, lo senti dalla voce del motore, sai come prendere le curve, sai quando dare gas e quando scalare. Lo sai, lo hai imparato. Lo sai fare. Anche discretamente.
Poi arriva il giorno in cui non senti bene, perdi colpi, pensi di essere in quarta e sei in terza (e chissà per quanto sei lì a tirare fino allo spasmo quella povera auto), e prendi male una curva (che per poco finisci fuori strada) e al semaforo dai poco gas e ti muore il motore. Cosa diavolo ti sta succedendo?
Basta una giornata storta, dove sei fuori tono e viaggi altrove con la testa e il cuore chissà dov’è andato e il corpo fa quello che può per starti appresso, anche se è difficile starti appresso e non puoi biasimarlo. Basta una giornata storta e ti sembra di valere la metà di quello che valevi. Ti sembra che prima eri e ora non sei più. E il resto del mondo ti dice che sei la stessa e che non è il caso di prenderla così male. Ma a te sembra che non sei più quella, sembra che qualcosa sia andato fuori posto decisamente per sempre. Ti sembra ma non hai prove in mano, hai solo quella maledetta sensazione. Soltanto perché il dubbio si è infilato nella tua testa e non riesci a metterlo da parte.
Come si fa a ritornare come prima? Ma prima quando? Prima. Quando ero quella che ero. Ma com’eri prima? Ero diversa, migliore. Migliore come? Ero più viva, ero più viva. Forse prima avevi più vita, ora ne hai di meno e forse te ne occupi in modo diverso… forse prima ti mangiavi il mondo perché non sapevi le conseguenze della bulimia, forse ora scegli le tue pietanze e le assapori meglio… forse prima guidavi una Lamborghini che ti sembrava uno Shuttle e ora con la bicicletta vai più lenta, però almeno ti sei accorta di quanto paesaggio ti vive attorno.
Sì, ma prima era meglio. Prima ero più viva.
[quando mi fisso su un dubbio non ce n’è per nessuno]