(984) Tangenziale

Ti costruiscono una tangenziale a due corsie, comoda, liscia e ti mettono un limite di 40 km orari. Una provocazione, senza se e senza ma. Ecco, mi sento così. Sto viaggiando a 40 e potrei fare in tutta sicurezza gli 80, ma se supero il limite arriva una di quelle botte che se le eviti è meglio.

Valutando tutti i nessi che mi possono venire in mente ora, sono tanti, uscirei volentieri dalla tangenziale, mi farei a 40 la provinciale panoramica e bon, mi godrei il paesaggio.

La velocità non è tutto, vero. Ma neppure la lentezza.

Succede che se non abitui il motore quello ti si dà ai minimi, si assetta a un regime da turista confuso e felice e perde mordente. È così, giuro. Ci sono persone che danno il massimo di sé quando sono rilassate – quasi morte – io invece no. Il contrario esatto.

Non solo: detesto tutto quello che mi rallenta. Non riesco a sorridere a tutti gli inconvenienti, gli imprevisti, le dannatissime sorprese. No. Mi state rallentando, santiddddddio, non ve ne rendete conto? Mi state rallentando e poi non riesco più a recuperare e resto maledettamente indietro rispetto a dove dovrei essere, vi rendete conto?

E quando sono in burn out da lentezza divento isterica (forse lo si era vagamente notato), aumentando di un paio di tacche il mio livello di insopportabilità sociale, trasformandomi in un pericolo per il genere umano. È imbarazzante, lo so, me ne rendo conto, ma non è che posso fare tutto io, vi ho avvertito e ora sta a voi. A voi che mi fate inciampare, imprevisti-inconvenienti-dannatissimesorprese, e che mi sbucate fuori da ogni dove appena sono concentrata il giusto per passare in quinta.

Vi avverto: toglietevi di mezzo.

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