Parlare oggi di esplosioni mette a disagio. Fa pensare a quelle che ti cadono addosso e ti fanno finire al Creatore senza che tu abbia colpe da espiare o logica in grado di capire. Metterlo come tag mi fa sentire come una iena ridens che si nutre di carogne.
Eppure, più ci pensavo e più dovevo parlarne perché nella mia vita ce ne sono state talmente tante che forse se ora do loro una qualche forma queste si chetano un po’ e mi lasciano respirare.
Tu stai lì e già fai fatica a starci perché è sempre troppo quello che devi gestire e… qualcosa ti esplode. Dentro o fuori, non fa differenza. Non è che puoi far finta di niente, ti giri dall’altra parte e alzi le spalle. Un’esplosione ti sconvolge anche se è minima, anche se la senti solo tu, anche se il buonsenso ti dice di fregartene, anche se i danni non sono così evidenti…
Un’esplosione ti sconvolge.
La dinamica, però, ha chiaro in sé ogni passaggio: un’origine, un’alimentazione silente, una miccia d’accensione, lo scoppio e la raccolta dei cocci. E certe esplosioni lasciano pezzettini sparsi davvero belli, li guardi e pensi “Toh!” sembra di stare a Disneyworld. No, non sono pro-esplosioni, ma so – ormai mi è chiaro – che non le posso evitare, neppure quando le sento arrivare. E io le sento arrivare, sempre, ma ho dei riflessi da bradipo ottuagenario.
Attendo rassegnata la prossima————————— eh.