(464) Big-bang

Si fa presto con la teoria, in un Universo con dimensione zero e una densità di materia infinita. Ci si proietta in un inizio che non sa più neppure contare il tempo, dove il cervello perde capacità di tenuta e scivola via nell’intuizione fantastica, e fingiamo di non accorgerci dei micro big-bang che viviamo in prima persona, mentre dovremmo evolvere e non evolviamo!

C’è da rimanerne affascinati, incantati dalla dinamica energetica che ha le sue leggi e ha la sua crescita immutabile, eppure quando si compie è sempre il miracolo. Non osavi neppure sperare che da quella densità spropositata, dove ti senti implodere senza più ritorno, la forma si esplicitasse invitandoti ad accompagnarla. Se è lì, è lì per te. Se non la vedi, è per la paura di incontrare l’insondabile mistero che ti riguarda e che non puoi consegnare a nessun altro soltanto per disfarti di un peso.

Ma se osi, se ti fermi, se ti ascolti, se rimani lì, se credi che non è fine ma inizio, se ti dai un altro giorno prima di crollare, allora a un certo punto del processo riconosci l’inversione di rotta e dalla densità senza fine arrivi in pochi balzi all’apertura, al sollievo, all’incanto del “ci siamo, ci sono”.

Che poi l’Universo non ha bisogno di spiegazioni, l’Universo è. La vita non ha bisogno di spiegazioni, la vita è. Siamo noi Esseri Finiti ad averne bisogno perché spesso non siamo, non vogliamo esserci. E quanta sofferenza in questo viaggio, e ogni volta mi dico “ma sarai scema a stare così male, tanto mica muori!” e ancora non credo, ancora non mi affido, ancora non ci sono.

Mi do ancora una possibilità, ancora un incanto, ancora uno. Dovrò pur imparare qualcosa, prima o poi!

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