Quella che arriva quando meno te l’aspetti. Quella che non è dovuta e neppure messa in conto. Quella che ha origine da un sentimento autentico e che senti non sia stata dettata da calcolo o da interesse preventivo. Quella che capita in un momento dove ti sembra che stai girando a vuoto – come un criceto – e senti soltanto la fatica e vorresti scappare a Bali con biglietto di sola andata.
Ecco, quella. E nelle ultime due settimane me ne sono arrivate ben quattro: delicate e potentissime. Quasi commoventi, giuro.
Sono arrivate da persone che mi piacciono, persone di cui mi interessa l’opinione e la cui stima voglio guadagnarmi grazie alla mia professionalità (oltre al fattore personale) perché il mio lavoro è il mio modo di esprimere tutto ciò in cui credo.
Quindi, ricapitolando: settimane molto dure, a livello emotivo soprattutto, settimane dove c’è il tempo solo di pensare a quello che bisogna concretizzare e cercare di inventarsi l’inverosimile per non perdere colpi… e a volte ti viene da piangere perché hai solo bisogno di dormire. Ecco, in questa condizione arriva una telefonata o un’email o un messaggio whatsapp che apri in automatico, sovrappensiero e quanto leggi non realizzi subito. Ti ci vuole una seconda lettura per ricevere il senso di quel pensiero che ti è stato donato.
“Sei una professionista pazzesca. Ho visto oggi il cliente ed è entusiasta. Complimenti!”
Sbang! Scompare tutto e rimane la felicità.