La qualunque non è un’opzione che contemplo. Mai. Quel massì-una-qualunque non è una scelta, è un alzare le spalle e lasciare che siano gli altri a decidere (o il Destino a decidere per me). Prendi come una morsa tutta la questione del libero arbitrio e la butti nel WC. Così, come se niente fosse.
Qualunque significa che non te ne frega niente, o che te ne frega ma fingi che non te ne freghi, che è anche peggio. Molto spesso mi viene detto che io me la prendo troppo. Che la prendo troppo sul personale. Che dovrei preoccuparmi di meno.
Ok, va bene, ma alzare le spalle non mi piace. Tutto diventa personale quando ti importa, anche qualcosa che riguarda una persona che non conosci. Il discorso diventa un bel fastidio da maneggiare, me ne rendo conto, ma ribadisco che il fatto che il mio essere piuttosto ansiosa per certe cose – per me fondamentali – è sicuramente da curare eppure è – sempre – quel qualcosa che fa capire a chi mi sta di fronte che mi importa.
Mi importa perché si tratta di te e si tratta di me e si tratta di noi e si tratta di tutta l’intera Umanità, che è il nostro genere, la nostra origine, la nostra Essenza. Se ti infastidisce il fatto che mi importa, non è un mio problema ma tuo. Non ti chiedo di condividere ciò che provo, ma non ti permetto di calpestare quello che difendo.
E poi sì, vedrò di non preoccuparmi troppo e me lo ricorderò appena verrai a chiedermi qualcosa. Alzerò le spalle e con un sorriso ti risponderò: “Qualunque, cara/o, qualunque”.
Bello, neh?