ostruzionismo /ostrutsjo’nizmo/ s. m. [der. di ostruzione, sul modello dell’ingl. obstructionism]. – 1. [azione con cui si tende volutamente e sistematicamente a ostacolare una determinata attività] ≈ boicottaggio, (non com.) ostruzione, sabotaggio. ↔ aiuto, appoggio, sostegno. ● Espressioni: fare (dell’)ostruzionismo [frapporre degli ostacoli allo svolgimento di un’attività] ≈ e ↔ [→ OSTACOLARE (2)]. 2. a. (polit.) [sistema usato dalle minoranze parlamentari per impedire o ritardare le deliberazioni della maggioranza, mediante l’uso dilatorio di tutti i mezzi consentiti dalle norme parlamentari] ≈ filibustering. ⇑ sabotaggio. b. (sport.) [nel calcio e nel rugby, manovra scorretta consistente nell’ostacolare intenzionalmente con il proprio corpo la corsa dell’avversario che sta per impossessarsi della palla] ≈ ostruzione.
Di solito non è palese, ma viscido e codardo. Sia per dinamiche che per chi lo mette in atto. L’ostruzionismo è una di quelle cose che mi fa imbestialire. Quando mi trovo davanti qualcuno che finge di essere di supporto e invece ti si oppone con mezzi vigliacchi, mi parte l’embolo.
Non pretendo fans che mi sorreggono mentre faccio stage diving, perlamordelcielo, ma dichiararsi a favore o contro guardandomi negli occhi – visto che non giro armata – è un dettaglio che mi fa differenza. Ti opponi? Bene, motivami la tua posizione che magari mi convinci e vengo dalla tua parte. Che problema c’è? Se ti nascondi dietro l’invidia verde e la competizione idiota, non vale. Davvero, ti sgamo subito. Mi vien proprio facile, credimi. Dichiarati per quello che senti, confrontiamoci apertamente, vedrai che in me non c’è niente da invidiare e non c’è nulla per cui competere. Fidati, so quello che dico, fidati.
Gli sgambetti, le pugnalate alle spalle, l’ironia sparata appena mi giro… che cose misere, che cervello triste, che risorse ridicole riesci a mettere in campo!
Se ti pensassi nemico da combattere, avresti già vinto. Non è che voglio vincere io, è che non c’è nulla da vincere. Non sto combattendo per superarti, ma per superare me stessa. Non sto dando l’anima per salire sulla pedana, ma per non vergognarmi per non aver fatto del mio meglio nel superare l’ostacolo. Non sto guardando te mentre avanzo, sto cercando di non inciampare sui miei stessi passi. Perché la strada è stata lunga e sono piuttosto stanca. Secondo te ho tempo da perdere? Energie da buttare? Fame di rivalsa? No. Bado ai miei passi, a farli meglio che posso. Non voglio cadere, tutto qui.
Vai pure avanti, vinci quello che pensi ci sia da vincere, e tienimi da parte una birra che quando arrivo sarò assetata. Vuoi?