Lo xilitòlo è un dolcificante che non provoca carie, senti il dolce e quel dolce non ha controindicazioni, tanto che ci sono pure le caramelle e il chewing-gum. Ecco, penso che sarebbe bello che ci fosse un modo per addolcire certe cose della vita. Diventa difficile trovare lo zucchero per mandare giù la pillola, spesso ti ci vuole molta energia per contrastare l’amaro di certi eventi e abusare di zucchero comporta carie. Un abuso di xilitòlo sembra la soluzione, il dolce a contrastare l’amaro e i denti sani.
Certe volte la soluzione ce l’hai sotto il naso e non te ne accorgi. Certe volte te ne accorgi, ma non la metti in atto perché non hai voglia di sobbarcarti la rottura di scatole che si porta appresso. Lo xilitòlo sembra non avere rogne in appendice, una rarità notevole vero?
Quando ho scelto lo xilitòlo come topic per questo post ero certa che sotto non ci fosse granché da scoprire e che mi sarei messa in un vicolo cieco – come già mi è successo più volte nei miei ***Giorni Così*** – e, invece, ho iniziato un percorso affascinante di neurone in neurone che mi sta proiettando nell’Universo delle Sciocchezze dove il glitter la fa da padrone. Tutto questo per dire che anche sotto lo xilitòlo c’è qualcosa da dire se il sabato sera ti ritrovi davanti al PC e togli il freno ai pensieri e lasci andare le mani sulla tastiera. Lo xilitòlo è un pretesto, come tutto nella mia vita, per scrivere.
Scrivere toglie l’amaro di certe cose, di certi eventi, di certe situazioni, di certi ricordi, di certi dolori, di certe paure, di certe persone, di certe notti e certi giorni. Giorni così, appunto.