(141) Ricordi

Ho ascoltato oggi, con un piacere enorme, una persona a me cara ricordare la mia nonna materna. Diceva che “aveva le mani d’oro, tutto quello che faceva le riusciva bene” e che lavorava sempre.

Mi sono piombate addosso centinaia di immagini di mia nonna mentre cucinava, cuciva, si prendeva cura delle sue piante e anche di me e mia sorella. Posso descrivere ancora nei dettagli le sue mani di lavoratrice, come erano ruvide al tatto con le unghie resistenti e lunghe e streghesche. Quelle mani mi accarezzavano il viso quando non riuscivo a dormire finché non perdevo i sensi, senza sosta, lentamente, senza stancarsi.

Vorrei che un giorno qualcuno che ho incontrato durante la mia vita ricordandosi di me lo facesse con quel sorriso e quelle parole che oggi sono state dedicate alla mia nonna. Credo che il senso di tutto sia questo: lasciare un buon ricordo in chi hai incrociato mentre stavi vivendo e facevi del tuo meglio con quello che avevi, senza troppe aspettative né troppe pretese.

Io arrivo da lì, da quel punto lì esatto. Lì voglio ritornare.

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