(335) Neuroni

Sembra abbiano ricominciato a funzionare. Non so per quanto durerà, ma finché dura sono intenzionata a cavalcare l’onda. Tanto nulla è per sempre e bla bla bla bla.

Detto questo, posso garantire che il fatto che abbiano ricominciato a funzionare non era né scontato né in previsione, una parte di me si era realmente rassegnata alla perdita – l’età che avanza e bla bla bla bla.

Ora che, invece, c’è stata LA sorpresa, non posso evitare di analizzare la situazione per capire il motivo di questa rinascita. Fatti un paio di conti, abbastanza facile considerata la vita che conduco, la realtà parla chiaro: è merito del lavoro.

Credo che il mio essere stakanovista, cosa non del tutto sana (tutt’altro) lo so, giochi un ruolo fondamentale nella personale elucubrazione di questa sera, ma una le cose le deve guardare in faccia, non è che facendo finta di niente bla bla bla bla.

Quindi, affermo con risolutezza che anche se dovessi vincere un milione di dollari alla lotteria – che lo voglia Iddio! – non potrei rinunciare a lavorare. Mi troverei nuovi modi per lavorare, per creare, per non dormire la notte presa dai pensieri ossessivi – tipo: cosa diavolo mi invento per risolvere ‘sta cosa – e per svegliarmi intontita e reattiva zero fino a metà mattina almeno. Una barca di soldi mi permetterebbe solamente di pensare a una nuova e folgorante eventuale avventura lavorativa da intraprendere. Certo farei shopping, ma neanche poi tanto – ah, sì mi compro un’auto nuova, poco ma sicuro.

Chiarito questo concetto, sarei proprio curiosa di scoprire cosa mi potrei inventare se fossi io la vincitrice di chili di milioni di dollari (come le statunitensi della scorsa settimana), i miei neuroni vivrebbero dei giorni indimenticabili, darebbero davvero il meglio di sé in diversi settori.

Sì, sognare non costa nulla e bla bla bla bla, però essere proiettata di punto in bianco proprio ora in una dimensione dorata farebbe una grossa grossa differenza.

I soldi non fanno la felicità e bla bla bla bla. Non mi importa, non chiedo di essere felice, c’ho messo una pietra sopra – non sono stata programmata per quello – ma solo su quello sta la pietra.

Ok, vado a giocare al superenalotto. E smettiamola con i bla bla bla bla!

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(246) Jackpot

Ho sempre pensato che la somma di ciò che fai, giorno dopo giorno, darà a un certo punto come risultato il tuo jackpot da ritirare. La tua vincita. Per tutti diversa, in qualità e quantità. Del tutto personale.

Lo penso ancora. Stavo, però, riflettendo sul fatto che molto probabilmente non ci accorgiamo del jackpot che ritiriamo – di periodo in periodo – perché sono somme modeste e le diamo per scontate, anzi: pensiamo siano solo un acconto.

Ritiriamo piccoli jackpot, periodicamente, da parte della vita e non ne abbiamo mai abbastanza perché pensiamo che solo un enorme jackpot sia degno di nota, solo un esorbitante jackpot sia la giusta ricompensa per il nostro faticare, il nostro sofferto vivere.

Grossa idiozia. So da molto tempo che spesso il jackpot che ho incassato era tutto quello che avevo accumulato in quel dato periodo e se da una parte posso non essere soddisfatta perché voglio di più, dall’altra non posso lamentarmi perché ho ricevuto molto e va bene così.

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