(801) Faccia

Ne ho una sola, come ho solo un nome, e questo per me ha sempre fatto la differenza. Sto attenta alla mia faccia e anche al mio nome, sono molto protettiva nei loro confronti. Sono fatta così.

Mi sconvolge sempre la faccia da culo di certa gente, mi prende sempre in contropiede perché proprio ha dinamiche che per quanto io consideri curiose e anche interessanti – per il mio studio antropologico di certi risvolti patologici dell’animo umano – diventano sempre una rogna.

Quando ti trovi davanti una di queste facce un dubbio ti viene: ma fa sul serio o sta scherzando? La risposta è: fa sul serio. Semplicemente ti pensa un idiota e sta cercando di approfittare dell’occasione – di nuovo, molto probabilmente. Ovvio che l’attimo di spaesamento che provi ti si può ritorcere contro se quella faccia ha buoni riflessi. E solitamente li ha. Cosa fare quindi?

Non lo so. Un’opzione potrebbe essere fare come se niente fosse. Lo metti in conto, succederà, quindi anziché farsi prendere in contropiede bisogna anticipare i tempi e scansare l’attacco. Sì, ma lo puoi fare soltanto se quella faccia ti ha già dato problemi e se ti ronza intorno con insistenza. Te lo aspetti, ti prepari e contrattacchi. Perfetto.

In casi diversi la sorpresa risiede proprio nella distanza che la faccia mantiene con te, finché non gli sei utile per qualche dannato motivo. Ecco, qui un po’ di stordimento ci può stare. Bisogna però reagire subito, bisogna preparare una specie di piano d’emergenza che ti permetta di rimbalzare l’attacco a tradimento.

Credo sia necessario allenarsi. La buonafede la si tiene per chi se la merita, non va distribuita a prescindere. Si deve procedere con cautela, pensarci prima. Bisogna fare in modo che le facce che pensano che la tua faccia sia lì apposta per essere calpestata, si vedano sistematicamente rimandare al mittente ogni invasione di pensiero e d’azione.

Siamo in guerra? No, non ancora, ma come ci insegna Sun Tzu, la guerra si vince ancor prima di combatterla studiando il nemico e le sue vulnerabilità. Quindi la strategia è l’unica risposta vincente, e a ogni nemico la sua. Anziché scendere in campo per salvare la faccia, ci si muove a faccia alta e sguardo implacabile mantenendo ben saldo il monito: non sono io, l’idiota, lo so io e da ora lo sai anche tu.

Io, però, un consiglio spassionato lo do: tiriamo fuori il binocolo. Controllare i confini è una buona regola da tenere sempre presente, se non vogliamo vivere in perenne assedio. Pensiamoci.

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(372) Omettere

Un verbo di un certo peso. Può rivelarsi un’arma a doppio taglio, eppure nel tempo ho imparato a rivalutarlo. Ci sono casi in cui glissare ti aiuta a evitare una guerra atomica – glielo direi volentieri ai due idioti che stanno tenendo in scacco il pianeta in questo periodo – e una guerra atomica significa morte per tutti – anche dei succitati idioti.

Quando ho pensato che la pura onestà di pensiero potesse essere espressa anche al di fuori delle mura domestiche ho provocato devastazioni. E non esagero. In quei frangenti, molto probabilmente, avevo sovrastimato la fibra di chi mi stava di fronte – è vero, doppio errore – ma sono pur sempre una persona che tende al fatalismo e se mi ci abbandono la cautela friulana va a farsi fottere.

Omettere di dire esattamente come la pensi, certe volte è lecito. In generale, però, è da codardi e lo penso anche adesso e nonostante tutto. Tornassi indietro direi le stesse cose per ottenere gli stessi risultati catastrofici, soltanto per il fatto che le persone che si sono sentite devastate e che mi hanno giurato odio eterno sono uscite dalla mia vita e la mia vita ne ha beneficiato parecchio.

Omettere di agire, di prestare soccorso o di intervenire per aiutare qualcuno, di parlare per difendere un principio sacrosanto o un diritto altrettanto sacrosanto o una persona indifesa o un ambiente naturale in pericolo, è da pezzenti. Non sto parlando di situazioni del genere, sto parlando di questioni di minor importanza, dove il non dire può fare enorme differenza. Non dire a uno stronzo che è uno stronzo se questo stronzo ti può tirare un pugno in faccia e farti secco, non è codardia, è buonsenso. Non significa che per evitare il pugno tu debba sorridergli e schierarti dalla sua parte, ovviamente, ma se eviti di dirgli stronzo e lo affronti con astuzia, giochi meglio. La tattica giusta ti fa vincere la guerra e la guerra (come diceva Sun Tzu) si vince prima di scendere in campo per la battaglia.

Non vado in guerra, mai, ma ho imparato che in battaglia l’ingenuità si paga cara e che poi non c’è rimedio che tenga.

Ecco.

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