Nella conoscenza e nella vicinanza reciproca si costruiscono anni di amicizia, bisogna volerlo e non per calcolo, solamente perché in quel cammino insieme ci troviamo del buono. E nel tempo cambiano i dettagli, ma il tempo crea una sorta di bolla dove si mantengono ricordi condivisi e piccole altre cose che manco serve dire.
Trovarsi una sera a un tavolo e ritrovarsi vicini, per quel cammino che è stato mantenuto vivo, non è un caso. E ridere delle debolezze, degli errori, delle idiosincrasie, degli azzardi, delle volte che si è riso o che si è pianto, insieme anche nelle distanze normali del vivere, è prezioso.
Accogliere pensieri che sono anche spinosi senza per questo sentire il bisogno di difendersi, credo sia un piccolo miracolo. Ci si basa sull’affetto che ha resistito e che in un barlume di lucidità sai che resisterà.
Ridere insieme: ogni volta che succede le anime si toccano senza farsi male. Un istante basta per sempre.
Ci sono passaggi disconnessi che a volte rendono tutto più faticoso, ma non può essere questo che allontana o respinge. Credo che sia forte la ricostruzione che facciamo del nostro sentimento, il luogo che ci impegniamo a curare perché sappiamo che se lo trascuriamo lo perderemo per sempre. E ci sono cose che si perdono – anche per sempre – è vero, ma quelle davvero importanti causano una mancanza che non viene mai più colmata. E si allarga e si allarga…
Invece, quando ci si trova a un tavolo e nell’ascolto si sorride, sottolineando con ironia già ben collaudata i momenti salienti di ogni racconto, si ricostruisce il passato e si rinsalda il presente, sapendo che si sta contribuendo ad assicurare al futuro un piccolo miracolo come questo che non si dissolverà facilmente.
Il sentimento così resta. Saldo e sfrontato.
Un piccolo miracolo.