(744) Riserva

Oggi – dopo millenni, e non scherzo – ho viaggiato in riserva. Nel senso che per un guasto elettrico non mi si apriva lo sportellino e non potevo fare benzina. Ho viaggiato in riserva finché ho raggiunto un meccanico che mi ha gentilmente risolto il problema – santo subito. Quando sono riuscita a fare il pieno mi sono sentita così leggera che pensavo di averlo fatto con l’elio. Non sto scherzando.

Ecco, usando questo evento come simbologia, credo di essere in riserva. Sto viaggiando usufruendo degli ultimi grammi di neuroni rimasti svegli. Manco di sonno da decenni ormai. Non riesco a dormire e dipende da tutto, ma proprio tutto: dai rumori, dalla luce, dal caldo e dal freddo, dai pensieri, dalle ansie, dal mal di schiena, dai gatti, da-dio-solo-sa-che-cosa…

Manco disperatamente di sonno e quando tutto tace, quando potrei dormire, quando quando quando… sto qui alla tastiera a scrivere. Sarò assurda o cosa? Mah.

La questione è che il mio essere in riserva e comunque filare, prima o poi, lo pagherò caro. Vorrei evitarlo, dovrei dormire. Per esempio adesso. Dovrei smettere di scrivere e buttarmi nel letto e piombare istantaneamente nel sonno più profondo che c’è. So già che non succederà, eppure ci spero.

Tutto questo è partito dal concetto di essere-in-riserva-sparata e quindi in totale ansia isterica e riuscire a raggiungere un distributore per risolvere il problema e sollevarsi fino al cielo per lo scampato pericolo. Sarà banale, ma è da stamattina che ci sguazzavo in quest’ansia maledetta e questa cosa m’ha segnata. Credo che non chiuderò mai più lo sportellino e che non partirò mai più con meno di 50 euro di benzina in serbatoio e che porterò l’auto ogni mese a fare un check e che… No, davvero, non posso credere al culo che ho avuto. Impressionante.

Buonanotte a chi può dormire e ancora di più a chi non può.

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(4) Temperatura

Avere i vuoti in testa sta diventando un’abitudine, non mi piace ma non ci posso fare niente. Qualche giorno fa parlando con un’amica che non vedo da molto tempo, alla domanda “Come stai?” ho risposto “Incasinatissima!” e lei ha riso commentando: “Lo sei sempre stata, fai milioni di cose contemporaneamente da una vita e non ti sei ancora abituata?”.

Eh! No.

In effetti, quello che io chiamo “vuoto in testa” è, invece, “testa troppo piena”. Tanto piena da darmi le vertigini. Non so ancora come sistemarla questa cosa dentro di me, ci devo pensare. Ragionare per “vuoti” e “pieni” può aiutarmi a mitigare la temperatura interna e rendere meno pesante quella esterna.

Non pretendo costanza a tempo indeterminato, ma una certa presenza sì.

Spero che la febbre mi passi, domani devo fare mille cose.

b__

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