(900) News

Ogni tanto ci sono delle novità che mi lasciano perplessa. Novità che mi riguardano e che mi spuntano fuori come fossero belle sorprese. Sono molto sospettosa con le belle sorprese, è giusto che lo dica. Credo che le belle sorprese non siano mai al 100% belle, alcune di queste – nel passato – si sono rivelate essere marce per un buon 80%. Tipo le fragole che ti vendono al supermercato nelle vaschette vedo-non vedo: il 20% di loro è bello e – se sei fortunata – anche buono, il resto lo devi buttare. Ecco così sono le belle sorprese per me.

Tendo, quindi, ad affrontare le sorprese con estrema riluttanza. Le novità hanno su di me  un effetto simile, non proprio uguale, ma simile. Dovrei fare di secondo nome “riluttanza”, ora che ci penso.

Ok, ritorniamo alle novità: ne ho scoperte un paio nelle ultime settimane e come è facile immaginare non mi hanno fatto saltare di gioia. Riluttanza, ovvio. Un giorno magari scriverò un post con questo titolo, mi sembra doveroso a questo punto. Comunque, ho scoperto ‘ste due news che mi riguardano e, in tutta sincerità, avrei preferito evitare.

Non so che farmene di loro, davvero. Voglio dire: bello, certo, tutto molto bello, ma non sono felice, non ho la gioia che mi solleva da terra, sono soltanto preoccupata e in ansia. In poche parole anche queste due belle novità mi si presentano con un abito luccicante, ma nascondono gli orli scuciti.

Ok, lo ammetto: non so da che parte guardarle, non so se riuscirò a maneggiarle, non so dove mi porteranno. Un’ansia che non so neppure spiegare. Avrei preferito scoprirne altre, magari quella dove sono diventata una donna-Zen, o quella dove sono diventata una donna-Zen-miliardaria, o quell’altra dove sono diventata donna-Zen-miliardaria-acapodelmondo. Ecco, queste news spaccherebbero davvero. Soprattutto la mia ansia. O mi prende un infarto o inizio a vivere bene, ma l’ansia sarebbe cosa del passato.

Vabbé, tra le tante enormi idiozie che mi stanno passando per la testa in questo momento, mi sembra opportuno tranquillizzare il mondo intero che posso farne a meno. Davvero, nel caso ti avanzassero delle news – oh, mondo intero – fammi stare fuori, ignorami come non hai fatto mai e dalle in mano ad altri. Ti garantisco che te ne sarò grata e saprò ricambiare al momento opportuno. Tu ignorami. Più forte che puoi.

No news for me.

Thanks.

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(428) Riluttanza

Lo ammetto, accolgo le novità con una dose eccessiva di riluttanza, spesso. Le novità mi procurano un fastidio pungente per dover muovermi contro il mio volere al fine di adeguarmici. Se l’ho decisa io la novità, tutto bene, se mi viene imposta, bene mica tanto. Se devo per forza prendermene carico, ok, ma non pretendere che lo faccia sorridendo perché a tutto c’è un limite.

Questo in generale.

Per quanto riguarda le cose che devo fare per forza, la riluttanza assume forme più subdole. Devo farlo, lo so, ma non ne sono entusiasta – usando un eufemismo – pertanto impiego un lungo tempo a convincermi che dovrei esserlo e che finché non lo sono non combinerò niente di buono al riguardo. Una rottura di palle notevole, star lì a convincermi con argomentazioni impegnative mi sfinisce. Non sono una che si convince facilmente, penso sia chiaro a tutti.

La riluttanza è diventata sempre più invadente nella gestione del mio devi-fare, tanto che al fastidio di dover fare si aggiunge il fastidio di dover lottare contro l’invasore-riluttanza e alla fine della giornata sono esausta.

Così non va bene, devo trovare una soluzione. Un modo per gabbare la riluttanza e farla indietreggiare un po’. Mi sta bene che ci sei, bella, ma non esagerare. Il fatto che io ancora non abbia capito perché si sia resa così forte mi inquieta. Forse lo so e non voglio credere che sia vero?

Brava Babs. Ora torna in trincea e combatti. Con riluttanza, ovviamente, estrema riluttanza.

 

 

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