(471) Festa

Non so quando e non so dove, ma la voglia di far festa m’è passata. Credo sia stato molto molto tempo fa, credo sia stato quando ero ancora giovane ed ero felice. Mi è passata molto prima che il periodo difficile iniziasse e di questo non riesco a capacitarmi. 

Mi sento come se mi fossi auto-derubata della capacità di divertirmi. La condizione in cui mi trovo rasenta il ridicolo, me ne rendo conto, ma mi sto arrovellando su questo fatto perché mi sento davvero vittima di un furto e la ladra sono io. Sdoppiamento di personalità, direbbe il dottore, e francamente non saprei come ribattere.

Facendo un balzo indietro nel tempo, in quel non so quando e non so dove che ho blandamente ipotizzato, non so immaginarmi il motivo per cui io mi sia voluta togliere quel talento che – giuro – possedevo e di cui usufruivo in modo sopraffino. Una sorta di autopunizione? Perché? Forse perché mi stavo divertendo troppo e mi è stato fatto notare che non era il caso? Ecco. Posso iniziare da lì, da quello che mi ricordo.

E da lì credo che le cose siano andate a sommarsi e che la somma non sia mai giunta al capolinea ed eccomi qui a farmi domande scomode ed eccomi qui a cercare di arrivare a risposte spiacevoli. Sì, autopunizione pure questa. Credo che il gioco si sia ribaltato e, anziché premiarmi col divertimento per quello che mi sono guadagnata, passo a deprivarmi di qualsiasi barlume di festeggiamento. Questa storia deve finire. Solo che non so da dove cominciare. E se è vero che da qualche parte un inizio per me ci deve essere (mero calcolo delle probabilità), allora un’idea ce l’ho: massì, brindiamo… cheers (!) – che a dire salute sembra una presa per i fondelli.

 

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