(858) Pausa

Prendersi una pausa suona sempre come una buona idea, in linea di massima lo è. Una pausa prevede un tempo di sospensione dalle attività solite per una sorta di decompressione. Via l’ansia, via lo stress, inspirare ed espirare… questo è.

La pausa sottintende una durata breve. Magari non brevissima, altrimenti come fai a dimenticarti di essere esaurito?, ma di certo non troppo lunga. Troppo quanto? Ecco, parliamone.

L’ultima pausa significativa che mi sono presa, prevedeva l’inattività da una attività che mi stava distruggendo (non scenderò in dettagli per questioni di riservatezza), sta durando ancora. Sono trascorsi 7 anni. Sì, so essere irremovibile quando prendo una decisione. No, non penso sia un pregio.

Diamo per scontato che son passati come un lampo (sto mentendo) questi meravigliosi ultimi 7 anni (sto mentendo), di certo non m’immaginavo che la sospensione durasse così tanto (non sto mentendo). Intendo dire che ho perso il controllo della situazione. La pausa si è impadronita di me e ormai non so più chi comanda. Temo di non essere io.

Questo mostro, o meglio questa mostruosa pausa, si è mangiata un bel po’ di me. Mentre avrebbe dovuto rimettermi in forma, ha devastato tutto quello che poteva e ora son cazzi. Non so più come si fa a riprendere il filo del discorso. Ho addirittura il sospetto che la pausa si sia trasformata a mia insaputa in uno stato di fissità non modificabile, cioè eterna. Da qui alla fine dei miei giorni. Spaventoso.

Certo, m’è successo altre volte di lasciarmi andare a pause lunghe, ma ammetto che per oltre la metà di esse è stato proprio un addio (per esempio: addio palestra, addio piscina, addio milonga, addio collezione di cd, addio chat). Non mi sono pentita di questi addii (a parte per la collezione di cd), ma il fatto che mi fossi ripromessa “prima o poi ricomincio” e che non sia servito a nulla la racconta lunga. Quindi la mia preoccupazione è reale: riuscirò a rischiacciare il play prima che sia troppo tardi?

E soprattutto: ne sarò ancora capace?

No, non voglio neanche pensarci.

Addio.

Share
   Invia l'articolo in formato PDF