(353) Scacchi

strategia /strate’dʒia/ s. f. [dal gr. stratēgía (lat. strategĭa) – 1. (milit.) a. [individuazione degli obiettivi di una guerra e dei mezzi per conseguire la vittoria: s. terrestre, aerea] ≈ Ⓖ piano. b. [impostazione e condotta delle operazioni belliche da parte di un comandante, di un esercito: la s. romana nella seconda guerra punica] ↔ tattica. 2. (estens.) a. [individuazione degli obiettivi generali di qualsiasi settore di attività pubbliche e private, nonché i modi e i mezzi più opportuni per raggiungerli: s. politica; s. di sviluppo] ≈ piano, progetto, programma. b. [modo accorto di agire per raggiungere un fine: se vuoi conquistare quel ragazzo, devi cambiare s.] ≈ linea, tattica.

Non so giocare a scacchi e mi dispiace. Mi dispiace perché sono convinta che sia un’attività mentale sopraffina. Non so giocare a scacchi perché non mi ci sono mai dedicata, non li ho mai preso in considerazione, ho sempre pensato che non facessero per me.

Fino a oggi credevo che ci volesse un quoziente intellettivo piuttosto alto per giocarci e ben consapevole dei miei limiti ho archiviato la cosa come non adatta. Mi sono accorta ora, però, forse perché sono un po’ stordita dall’antidolorifico per una lombosciatalgia fulminante, che forse c’è sotto un’altra cosa, ovvero: non sono una brava stratega. Intendo dire, che di mia natura non sono portata alla strategia d’assalto. Non ci sono portata, non è cosa da me. Questo è il punto cruciale su cui la mia vita ha inciampato, continuamente.

Non sto dicendo che tutti lo debbano essere – strateghi sopraffini – sto solo dicendo che ogni volta che c’è bisogno d’esserlo io devo impormelo e iniziare a elucubrare selvaggiamente, senza scrupoli, determinata e implacabile. Quindi vado in modalità stress e la mia schiena si blocca. Non mi sorregge più, esausta si arrende e io crollo.

Mi domando: basta saperlo o urge costruire ciò che manca per sorreggere tutto il resto? I don’t know. Magnus Carlsen aiutami tu!

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