Qualche anno fa c’era un commercial che mi piaceva parecchio. Semplice, diretto, evocativo.
Non serve spiegare nulla, vero? Ecco, mi sono sempre piaciuti certi silenzi. Quelli che non hanno bisogno di parole perché sono la sintesi perfetta di immensi cieli che a parole si potrebbero soltanto abbozzare.
Il tipo di silenzio di cui parlo è quello che ti fa avvicinare, ti fa restare perché lì dentro ti senti accolto e protetto.
Come potrebbero due esseri capirsi senza quella speciale comunicazione di silenzi?
Oggi ne ho vissuti alcuni, per questo adesso ne scrivo.
Niente di romantico, piuttosto una connessione profonda con due straordinari Esseri Umani che mi sono molto vicini (in modo diverso) e a cui devo la mia vita: la mia Mamma che me l’ha donata e la Dottoressa che me l’ha riconsegnata prima che fosse troppo tardi.
Non ho molto da aggiungere se non che – negli anni – i miei silenzi si sono allungati, sono diventati più profondi, più intensi, forse non facilmente maneggiabili da chi teme le sospensioni sonore eppure sento che riempirli per renderli più accettabili sarebbe uno scempio.
Ho deciso di non farlo più. Li lascio espandersi, così come vogliono, come deve essere.
Voglio lasciare qui un consiglio non richiesto: prendetevi dei silenzi spesso, con le persone che amate soprattutto.
Vi faranno da coperta riscaldante quando più ne avrete bisogno.
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