(…) Come acqua che non può esser trattenuta dalle dita di una mano, gli scacchi si sottraggono a ogni tentativo di definizione precisa ed esauriente di ciò che rappresentano, ossia delle loro “leggi” e dei loro sottili ma stretti legami con altre esperienze e dimensioni dell’esistenza umana. (…)   – La logica degli scacchi, Sergio Luppi (Hoepli) 2012

Sì, ho accettato la sfida e mi sono sciroppata “The Queen’s Gambit” in un respiro. Mi sono innamorata della storia, della protagonista, della sceneggiatura, dei costumi, della scenografia, della fotografia, del montaggio. Degli scacchi.

(…) Gli scacchi appartengono a quello che Aristotele e i filosofi medievali definivano come il dominio della “scienza pratica”, ossia un dominio in cui la conoscenza non viene ricercata e non ha valore per sé stessa, ma è invece ordinata e finalizzata all’azione. La conoscenza di tipo pratico è continuamente raffinata dall’esperienza e trae spunto e alimento dalla realtà concreta in cui si svolge l’azione, la quale offre materia di ampia riflessione sul pro e contro delle varie scelte e decisioni. (…) – La logica degli scacchi, Sergio Luppi (Hoepli) 2012

E mica sono l’unica, ovviamente.

Come al solito non mi ci sono messa subito, ho fatto passare alcune settimane (parecchie). E poi ho lasciato sedimentare pensieri ed emozioni (sì, qui trattasi di emozioni). In pratica mi è successo come al vecchio/giovane Holden: mi sono vista Beth che mi passeggiava attorno assorta come fosse un fantasma in attesa di essere ascoltato.

Al che ho fatto il secondo step: ho letto il romanzo di Walter Tevis. L’infatuazione ha ripreso forza. Stile diretto, senza fronzoli. Ritmo ben calibrato, descrizioni puntuali e piacevoli – senza dilungarsi troppo – e dialoghi veloci. Soprattutto: mosse descritte rapidamente e sempre legate alla logica della protagonista.

(…) Beth si concentrò il più intensamente possibile, tanto che per un attimo le sembrò che quell’intensità avrebbe potuto incenerire la torre e farla scomparire dalla scacchiera, come un raggio laser. La attaccò mentalmente coi cavalli, coi pedoni, con la donna, e pure con il re. Mentalmente lo obbligò a far avanzare un pedone che avrebbe tolto alla torre due case di fuga, ma non riuscì a trovare nulla. (…)

Veniamo al sodo, quindi: Elisabeth Harmon. Che un autore sappia entrare con grazia e delicatezza nella testa di un personaggio femminile così complesso è già cosa notevole, che faccia trapelare un solido rispetto per tutto quello che la riguarda senza perdere un solo colpo (quando è splendida e quando è miserevole) non può che essere ritenersi eccezionale e prezioso:

(…) Malgrado spesso si ripetesse di essere brava tanto quanto ognuno di loro, sentiva con sgomento che quegli uomini dalle pesanti scarpe nere sapevano qualcosa di cui lei non era a conoscenza, e mai lo sarebbe stata. Cercò di concentrarsi sulla propria carriera, la sua rapida scalata ai vertici degli scacchi americani e non solo, al fatto che era diventata più forte di Benny Watts, a come aveva battuto Laev senza una sola incertezza nelle sue mosse e a come, da bambina, aveva trovato un errore nel gioco del grande Morphy. Ma tutto ciò era insignificante e futile, in confronto al breve sguardo che aveva gettato all’élite degli scacchi russi, nella stanza dove quegli uomini si consultavano a voce bassa e studiavano la scacchiera con una sicurezza di cui lei non sembrava minimamente capace. (…)

La storia scritta da Tevis ha passaggi che in sceneggiatura sono stati modificati, dettagli che nella psiche di Beth secondo il mio parere fanno differenza (per esempio la morte della madre a cui lei non avrebbe assistito, il rapporto con Jolene, il non ritrovare l’amico Townes al suo fianco in Russia… ), ma il rispetto con cui il regista e sceneggiatore Scott Frank (e Allan Scott) ha lavorato la storia creata da Tevis è commovente. Il “Behind The Scenes”, per chi non riuscisse a spezzare la dipendenza, è imperdibile perché It’s not about a game, it’s about the cost of genius (trad. Non si tratta di un gioco, ma del costo del genio).

Pertanto eccomi qui: ho downloadato un manuale di gioco (che mi sto leggendo senza mettere in pratica nulla, mi sarà del tutto inutile ma non m’importa)e credo, così, di aver chiuso il cerchio.

Giocherò d’ora in poi a scacchi? Certo che no.

Rifarei tutto daccapo? Certo che sì. Amo le storie raccontate bene, mi fanno fare viaggi che da sola non avrei mai intrapreso. E per una volta tanto posso dichiarare che non è meglio il libro, non è meglio il film, è bello tutto e tutto merita di essere attraversato lasciandosi trasportare in quel mondo che è metà finzione e metà realtà (vada retro ogni polemica!)come se non ci fosse un domani.

Quindi, arriviamo al finale:

 

(…) Quando Beth arrivò sul palco, di fronte a un pubblico più vasto di quanto credesse possibile, con le corsie laterali stipate in ogni centimento e spettatori in piedi dietro le ultime file di poltrone, sull’enorme folla cadde il silenzio e lei, guardando verso il tavolo, vide Borgov già seduto ad aspettarla e capì che non avrebbe avuto a che fare solamente con la sua spietata tecnica scacchistica. Lui la terrorizzava anche come persona. Le aveva fatto paura fin dalla prima volta che l’aveva visto, davanti alla gabbia dei gorilla a Città del Messico. Ora stava semplicemente guardando i pezzi neri intatti, ma appena lo vide a Beth si fermarono il  cuore e il respiro. Non c’era nessun segno di debolezza in quella figura, immobile alla scacchiera, incurante di lei e delle migliaia di persone che lo stavano fissando. Era come un’icona minacciosa. Avrebbe potuto essere dipinto sulle pareti di una caverna. Beth si avvicinò lentamente e si sedette davanti al bianco. (…) La Regina degli scacchi, Walter Tevis (Mondadori)

 

 

(…) Avrebbe dovuto accettare la patta. La gente l’avrebbe considerato un ottimo traguardo. Una patta, però, non era una vittoria. E l’unica cosa che era sicura di amare in vita sua era la vittoria (…) –  La Regina degli Scacchi, Walter Tevis (Mondadori)

Un personaggio così non si può non amare. Tevis lo sapeva bene e ce lo ha fatto capire a meraviglia.

Ok, e se volete saperne di più, ecco un altro video:

La cosidetta ciliegina sulla torta è data dalla vincita (proprio ieri sera) di ben due Golden Globes: uno come miglior mini-serie TV e l’altra come miglior attrice (ovviamente).

Yeah!

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