(446) Supercalifragilistichespiralidoso

Ogni Essere Umano degno di questo nome ha nel suo più segreto ripostiglio della mente una formula magica, che appena la pensi o la dici fa cambiare qualcosa. Ovvio che se glielo chiedi mica te lo dice, non lo ammetterebbe mai, per una sorta di pudore o di sano mi-faccio-i-cavoli-miei-che-vuoi-da-me ed è giusto non insistere, però mi rifiuto di pensare che ci siano persone prive di una propria parola magica privata, segreta, potente. Del tutto inverosimile.

Per lunghi anni la mia è stata: vaffanculo. Lo svelo perché ormai ho superato quella fase e sono passata oltre. Devo dire che ha funzionato per un tempo del tutto onorevole fornendomi sempre la chiave per superare e proseguire. Non serviva neppure dirlo ad alta voce, bastava che la pensassi e zak! mi cambiava il senso della vita, giuro. Una rinascita ogni volta. Pazzesco.

Comunque, dopo aver elargito con generosità stupefacente la mia formuletta, ho scoperto che non mi dava più la soddisfazione di un tempo. Forse perché anche le formule magiche si evolvono e cambiano vestito e sostanza, non lo so. Fatto sta che negli ultimi tempi ne ho usate diverse, le trasformavo a seconda della necessità e, valutando i risultati pratici, lo consiglio come metodo piuttosto efficace. Del tipo che succede qualcosa, cerco di capire di cosa si tratta e dopo una veloce valutazione scelgo la parola che mi sembra più appropriata. Non sempre sono improperi, a volte mi riduco a un’alzata di spalle mentale – cosa che tra l’altro non ha mai fallito un colpo.

Sto scrivendo questo post ben conscia di tutte le conseguenze che ne possono derivare, ma lo faccio per una sorta di dovere morale. Credo sia giusto elargire la conoscenza e farlo senza interesse personale è l’unico modo per farlo, pertanto eccomi qui a svelare la parola magica che è all’origine di tutto, ma proprio tutto quello che ho fatto nella mia vita – vita non del tutto esaltante, ma con certi picchi interessanti di soddisfazioni. La conseguenza che potrebbe rivoltarmisi contro è che la parola non funzioni più, ma è una cosa diversa rispetto al vaffanculo iniziale, ha una sostanza più solida, più vitale. Ho molta fiducia in lei, non la penso capace di svanire facilmente perché ormai si è radicata nel mio DNA e quando è così non c’è calamità che tenga, è tua per sempre.

Detto questo, eccomi qui a svelare la mia parola magica, perché penso che possa riguardare tutti e che dovrebbe comunque essere patrimonio dell’Umanità. Pronti?

Io Posso.

[tempo presente del verbo potere, rigorosamente in prima persona]

Non serve urlarla, non serve neppure darle voce, non serve trasformarla in pugni o bastonate, non serve come arma di convincimento o di sottomissione. Se la si usa così non regge. Se invece la accarezziamo dentro di noi, al segreto, credendo nel suo saper creare, allora funziona. Se la usiamo per generare benessere e bellezza, non la ferma nessuno. Se la doniamo come fosse la famigerata pietra filosofale, non ha limiti.

Io Posso. E il mondo si apre al tuo potere, perché accettare di avere in noi il potere non è una passeggiata e quando ci riesci il salto quantico è inevitabile.

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(265) Sostenere

Sostenere non è un verbo da poco, determina un’azione che reputo fondamentale. Si sostiene qualcosa o qualcuno, per aumentarne la forza. Si può sostenere con fermezza una posizione, un punto di vista, un’idea… non si sostiene poco convinti, poco partecipi, poco attivi.

Ecco: quando credo in qualcosa divento talmente assertiva da risultare prepotente anche a chi mi conosce bene. Ammetto che è, ed è sempre stato, un bel problema.

Sostengo gli amici quando si trovano soli contro il resto del mondo, però. Questo non ha mai dato fastidio ai diretti interessati. Eppure una mia caratteristica che è risultata come pregio in molte occasioni, può tramutarsi improvvisamente in difetto imperdonabile.

Quando? Semplicemente quando ciò che sostengo è ritenuto un’assurdità che reca fastidio. Allora, in un nanosecondo tutto cambia. Tutto.

Ma  arriva il momento in cui preoccuparsene non serve a nulla. Continuo a sostenere che il verbo sostenere e tutto ciò che si porta appresso è rimarchevole. Anche quando il resto del mondo pensa il contrario.

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(248) Mantenere

Credo che sia un verbo potente, mantenere, forse il più potente di tutti. Lo vedo come il Re del controllo di se stessi. Il mantenere la calma, mantenere una promessa, mantenere uno stato di benessere, mantenere una posizione in cui si crede, mantenere fede a un sogno… quanta potenza può contenere?

La cosa preoccupante è che la stessa potenza si esplicita quando si mantiene una posizione o uno stato che crea malessere, dolore, frustrazione, umiliazione. La potenza non si misura in base al bene o al male, soltanto valutando la forza delle conseguenze. Un verbo che ci tiene tutti per la gola, con cui fare i conti ogni giorno.

Per riuscire a maneggiare un verbo così devi dimostrare senza tregua di essere coraggioso, di essere presente a te stesso, di essere… essere pienamente.

Mantenere un impegno, una promessa, una posizione, un’idea. Provvedere a mantenere te stesso integro, cosa ci può essere di più potente?

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