(976) Dipingere

Certo che i colori sono fondamentali. Certo. I colori parlano di chi siamo (come vediamo e come le cose ci fanno sentire), parlano di come vorremmo il mondo e di come viviamo il mondo e l’oltremondo. Certo. Pochi però si rendono conto che il pennello che usiamo per dipingere questo nostro “fuori” e il nostro “dentro” ha una determinata fattezza e che la dimensione e la disposizione e la quantità di setole di cui è composto pesano in modo consistente. 

Ci sono tratti sottili e precisi, altri grossi e pastosi, altri morbidi e acquosi e via dicendo. Il tratto sbagliato produce un risultato fuori tono. Lo percepiamo noi e lo percepiscono gli altri. C’è qualcosa che non va. Ma cosa? Beh, quella cosa lì. Hai usato un pennello a spatola anziché a goccia, o un tre al posto di un cinque, e hai rovinato tutto.

Mi rendo conto che l’ho presa di nuovo larga, ma la riflessione di stasera è che va bene dare una mano di colore, ma poi si deve andare di dettagli perché altrimenti rimaniamo imbianchini (e va benissimo) anziché diventare pittori. E dovremmo ambire a diventare pittori che sanno fare gli imbianchini, così non c’è parete che tenga noi sapremo sempre cosa fare. E cosa aspettarci.

Quindi, arrivata fin qui posso ammettere tranquillamente che sono in cerca di dettagli da dipingere (dentro e fuori) per una sorta di evoluzione del pensiero a cui non posso negarmi. Non è che so spiegarlo meglio, ma so cosa fare.

E ogni tanto sapere cosa fare è già qualcosa.

Eh.

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(574) Accesso

L’Arte non ha bisogno di essere spiegata, non ha bisogno di didascalie né di sottolineature stucchevoli. Eppure ha bisogno di sporgersi quel tanto per offrirti la sua mano e farti entrare. Quando ti fa rimanere sulla porta e ti fa sentire quasi un intruso, un ficcanaso non autorizzato, smette di essere luogo di meraviglia per diventare luogo di disagio. Smette di essere Arte.

La penso così. L’Arte che si rende astrusa perché dedicata soltanto a pochi eletti non soltanto mi mette a disagio, ma mi allontana proprio. Guardo altrove. Se non sai rendermi partecipe della magia, quella cosa che chiami magia non mi appartiene, non me ne importa nulla, me ne vado. Semplice.

Il punto è che l’ego si espande in chi fa Arte e se non è supportato dall’intelligenza, stroppia. Non mi basta che ti definisci artista, mi devi proprio convincere e non mi convinci dimostrandomi quanto mi sei superiore, bensì quanto riesci ad avvicinarti a me nonostante la tua superiorità. Semplice.

I grandi Artisti lo sanno, gli altri non ci pensano neppure. L’Arte si nutre dell’emozione che riesce a suscitare in chi si avvicina con stupore di bambino e si lascia portare via, in un viaggio che nessuna realtà potrà mai contenere. Semplice.

L’Arte la senti ovunque nel corpo e ovunque nei pensieri e ovunque nell’anima, non ci sono confini, ci sei dentro anzi… Lei è dentro di te. Anche se non ha origine in te, ma in qualcuno che ha saputo crearla e ha saputo comunicarla in modo che tu – che non c’entri nulla – ne puoi godere. Così maledettamente semplice e così maledettamente raro. Vero?

Il punto rimane questo: l’ego. Dove niente è semplice, niente.

Mi sono rotta le scatole delle élite culturali, dove gli architetti si proclamano Gli Eletti, dove i musicisti si proclamano Gli Eletti, dove i poeti si proclamano Gli Eletti e anche gli scrittori e anche gli attori e anche i pittori e anche…

Sembra che il mondo sia pieno di Eletti e che quelli che non lo sono non valgano un tubo. Non valgono nemmeno la pena di godere di quello che Gli Eletti creano perché non è roba per loro, comunque. E se la cantano e se la suonano e se la raccontano e se la tirano, tutti quanti come scimmie in una gabbia dello zoo dove strapparsi le noccioline di mano e chi ne mangia di più è il più bravo.

Dammi un accesso, fosse anche soltanto una fessura che mi permetta di godere di un po’ della tua luce e non sarà necessario autodefinirti artista, sarò io a inchinarmi a te riconoscendoti creatore e quindi Artista. No, non è così semplice. Se lo fosse, quel Artista non avrebbe il peso che invece ha e deve avere.

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