(1043) Lezioni

Ho bisogno di stimoli, quindi ho pensato di fare una dannata lista di cose che vorrei imparare a fare. È lunghissima. Ancora ho lo stesso entusiasmo per sondare terreni sconosciuti e curiosità per sfondare muri traballanti e vedere cosa c’è nascosto dietro, nonostante la mia veneranda età. Questo gioca a mio favore. Ne sono certa.

Il risvolto della medaglia è che non ho tempo per fare tutto quello che vorrei e per imparare tutto quello che vorrei imparare… e forse neppure l’energia di un tempo per farlo. Quindi? Eh. Quindi ora devo scegliere dalla lista un paio di cose che nell’immediato posso iniziare a praticare senza che mi risulti troppo pesante. Non mi posso inventare grandi cose, ma ci sono piccole lezioni a cui posso accedere on-line e per il momento possono bastare. No, non sto parlando di qualcosa di mentale, bensì qualcosa che coinvolga il corpo e la mente. La disciplina del corpo dettata da una mente equilibrata. 

Già mi viene da ridere. Mente equilibrata. Che meraviglia. Ad avercene di menti equilibrate. Eh.

Riprendendo l’entusiasmo di qualche riga fa – dopo la botta di sano cinismo che inavvertitamente s’è infilata tra i pensieri – posso dichiarare con una certa soddisfazione che le due cose su cui mi impegnerò nei prossimi mesi le ho trovate. Yeah. Chi cerca trova, dicevano i nonni e avevano ragione. 

Ora, le premesse sono semplici semplici: per non andare in esaurimento scorte energetiche ho bisogno di inserire nelle mie giornate qualcosa di nuovo. Trovato un paio di cose nuove, evviva!, non mi resta che iniziare. Ogni inizio è faticoso, pertanto per le prime settimane farò a botte con la mia pigrizia, ma sono ottimista, penso di potercela fare.

“Sono ottimista” è una dichiarazione compromettente. Adesso son proprio cazzi. Comunque, non svelerò le mie scelte, mi dispiace sarebbe troppo. Per stasera è sufficiente aver messo in piazza i miei buoni propositi, col rischio che vadano a farsi benedire tra meno di 24h.

Ok, vado a letto prima di pentirmi di aver scritto quello che ho scritto. Addio.

 

 

  

Share
   Invia l'articolo in formato PDF   

(1026) Veggenza

s. f. [der. di veggente], non com. – Capacità di vedere chiaro e lontano con la mente, chiaroveggenza.

Siamo tutti dei veggenti, e se ci affidassimo di più al nostro stomaco ce ne renderemmo conto. È lui che ci dice cosa ne sarà di noi nel breve e nel lungo termine.

Stai per prendere una decisione e il tuo stomaco ti lancia un segnale: tutto bene (è rilassato), guai in vista (è aggrovigliato). Non sbaglia mai.

Ovvio che ci piacerebbe fosse più preciso sul tipo di guai che andremo ad attraversare, ma non è che può scendere troppo nei dettagli e ti chiede di fidarti di lui così com’è. Noi, se non abbiamo la scaletta delle sciagure ben presente davanti agli occhi (con data e ora segnata) pensiamo sempre che male che vada sopravviveremo e questa stramaledetta visione ottimista ci fa prendere sotto gamba l’avvertimento. Qualsiasi avvertimento.

Certo, per la maggior parte delle cose siamo tenuti a sopravvivere, ma nessuno fa conto di quante volte si muore dentro – nell’Anima – e di quanto queste piccole morti ci fanno cambiare. In peggio, ovviamente.

Eppure non è così difficile schivare certe sciagure, basterebbe collegarsi con il nostro corpo e mettersi in ascolto. Per esempio: se stai parlando con un tipo bello e affascinante e le orecchie ti fischiano, non è perché ti stai innamorando, ma perché il treno di casini che sta per investirti ti lancia un segnale inequivocabile per farti scansare. Togliti di mezzo ora! 

Ecco, cose così, cose da nulla, cose che diamo per scontato siano significanti di qualcosa e invece è tutt’altro. Negare l’evidenza dei fatti è stupido, conviene mettercela via: la nostra chiaroveggenza supera la nostra intelligenza. Fidiamoci dei segnali che ci mettono in allarme. Una ragione c’è. Sempre.

Detto questo, che vita sarebbe se schivassimo ogni treno che ci piomba addosso e fossimo sereni e felici nel nostro Eden tranquillo?

Domandiamocelo. Però, una vacanza ogni tanto in quell’Eden tranquillo ce lo meriteremmo pure.

Eh. Riflettiamoci sopra un po’ e prepariamo le valigie.

Share
   Invia l'articolo in formato PDF