(966) Superfluo

Tutto quello che va oltre il necessario è da considerarsi superfluo. E del superfluo uno se ne può sbarazzare, basta averne voglia. Ok.

Diamo per scontato che io abbia individuato in te qualcosa di superfluo e che, considerando che tu puoi starne tranquillamente senza, io ti voglia spingere ad abbandonarlo. Ti sto guardando con i miei occhi, non sto sentendo quello che tu senti, non sto vivendo quello che tu vivi, non sono te. Semplicemente.

Mettiamo il caso che tu faccia resistenza, che tu senta questa spinta, questa pretesa come una violenza. Certo, quel dettaglio non sei tu, ma tu sei anche quel dettaglio e… te lo vorresti tenere. Voglio dire, non è una cosa importante, non è una tara dell’anima o un difetto insopportabile, è un dettaglio. Qualcosa di superfluo, certo, ma che tu decidi di tenere. Di tenerti dentro, perché è un pezzettino che ti sembra decori bene il tuo tutto. 

Ergo: io sono un’idiota. Perché ti sto spingendo dove tu non vuoi andare, anziché togliere da me il superfluo, lo voglio togliere a te. Assurdo no? Mi meriterei un pugno in faccia, e se me lo prendo mi sta bene.

A me sta bene perseguire l’ideale del minimal: vivo con poco, viaggio con poco, muoio con poco. Perlamordelcielo, portarsi appresso tante cose è fatica e ingombro. Però, ci sono delle cose piccole, superflue certo, che ti fanno stare bene. Piccole, stupide, decorazioni che adotti e che porti con te. 

Perché se sulla tua carta d’identità, alla voce segni particolari non sai cosa metterci, qualcosa non va. O sei troppo triste per guardarti accuratamente e trovare in te qualcosa di particolare, oppure ti sei adeguato ai segni particolari degli altri che han finito per non essere più particolari. 

Se invece curassi le tue piccole decorazioni, quelle di cui potresti anche fare senza ma che tu scegli di portarti addosso… coprire onorevolmente quella voce sarebbe facilissimo. E soddisfacente.

Evviva il superfluo che ci rende più belli!

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