(429) Gagliardo

Un cervello gagliardo è quello che bisognerebbe avere il coraggio di chiedere alla propria vita. Di incontrarne almeno uno durante la nostra esistenza è auspicabile, così da avere un metro per misurare noi stessi e anche gli altri incontri che inevitabilmente si andranno a succedere senza tregua. Se ne conosci uno in giovane età, avrai più probabilità di scansare i grandi imbecilli (quei cervelli che ti fanno urlare pietà a ogni pie’ sospinto).

Essere veloci nelle connessioni, essere collegati testa-cuore-stomaco-sangue, essere attenti, essere curiosi, essere agili e forti, essere affascinanti per contenuto più che per sembianze… essere gagliardi.

Con persone così dotate, la vita è migliore. Si affina il tuo sguardo sul mondo, la tua fiducia nel genere umano, la tua capacità di adeguarti e migliorarti, la voglia di incontrarne ancora di anime così. L’ispirazione che sanno suscitare è inconsapevole e pura. Il benessere che distribuiscono è disinteressato e costante – perché non agiscono temendo di essere derubati di qualcosa.

Non ti puoi sbagliare, se ne incontri uno, lo riconosci subito. Ti fermi a guardarlo, ad ascoltarlo, in apnea per paura di farlo volare via anche solo con un piccolo sospiro. E la cosa bella è che, anche quando se n’è andato, quando non ti è più vicino – perché un cervello gagliardo non si può possedere come un qualsiasi oggetto, lui si muove libero, senza bisogno di permessi o di scuse – quando rimani con la sua mancanza non sei affranto, quell’energia benefica ti rimane addosso anche per sempre.

Coltivare il proprio cervello per farlo assomigliare il più possibile a uno gagliardo è la mia priorità. Non con l’illusoria speranza di eguagliarlo, ma con l’assoluta certezza che meglio di come son partita sicuramente lo diventerà. E a ogni incontro questa forza si rinnova. Un’altalena di meraviglie, posso assicurarlo.

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