(701) Ribellione

Disobbedire con criterio: quando si palesa un’ingiustizia, quando chi comanda è un despota insensato e/o crudele, quando veniamo schiacciati nei nostri diritti di Esseri Umani, e via di questo passo. Così si possono cambiare le cose.

Ribellarsi a regole disumane non è una scelta, è l’unica scelta. Perché ormai lo sappiamo che con le regole si parte bene e si può finire molto male, si possono rovesciare i concetti e si possono verificare bestialità inaudite. Questo non significa che le regole siano inutili, il Regno del Caos non prevede superstiti. 

Quindi la ribellione usata con intelligenza strategica, con uno scopo puro, con la pace nel cuore e la voglia di far avanzare il mondo verso un futuro onorevole per tutti è la pratica che tutti dovremmo adottare per sistemare le cose. Recuperi il coraggio dalla cantina, gli dai una bella rinfrescata, lo indossi e fai le scelte che sai che devi fare. Tieni botta e persegui l’obiettivo.

Il punto è: in cosa credi? Credi in qualcosa?

Quando credi, fortemente credi, ti muovi. Indossi il coraggio senza smettere di ascoltare la paura, evitando possibilmente il panico, e procedi con il piano di liberazione. Puoi osare, puoi. Puoi restare dritto davanti al sopruso e far sentire la tua voce, puoi dichiararti contrario, puoi affermare la tua posizione. Fallo in modo da poter essere ascoltato, però: non insultare, non sputare, non umiliare. Gioca pulito e ribellati. 

Prima di procedere, mi raccomando, chiediti di nuovo “in cosa credo?” e ascolta la tua risposta. Se credi che vali più degli altri, se credi di essere la vittima che ha diritto alla sua vendetta, se credi che prima tu e poi gli altri, se credi o io o gli altri, se credi di poterti ergere sopra le regole e le leggi morali, allora forse la tua non è ribellione e te la stai raccontando per accomodare la tua coscienza bucherellata. Lascia stare. Chiamati cialtrone, filibustiere, delinquente – farai una figura migliore, fidati.

Perché le parole definiscono e lucidano sia le menzogne che le verità, e usarle bene dà una grande soddisfazione, ma a reggere la ribellione sono i fatti. I fatti dimostrano chi sei, in cosa credi e cosa sei disposto a fare. Sono i fatti che contano. E non si scappa.

 

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(507) Figura

Per fare bella figura bisogna impegnarsi un bel po’, per una brutta figura si fa prima, fare una figura di m****, invece, è un attimo.

Questa lezione l’ho imparata strabene, posso tranquillamente passare al secondo livello.

Figurarsi il peggio è un istinto, figurarsi il meglio è ostinazione al sogno, figurarsi se poteva andare meglio di così è un’esclamazione che conclude ogni evento della mia vita.

Anche questa lezione l’ho imparata, ho il diritto di accedere al terzo livello.

Una figura aggraziata ha saputo raccogliere in sé la Bellezza che con generosità dona a chiunque la guardi. Una figura grottesca ha assorbito tutta la bruttezza del mondo e, pensandola preziosa, l’ha trattenuta così tanto dentro di sé da pensarla propria e non potersene più disfare. Qualunque sia la figura a cui tu voglia assomigliare farai bene a valutare con lungimiranza ciò che raccogli dal mondo che ti circonda e sii consapevole che sei solo un contenitore e niente ti appartiene. In questo modo ti aggiudichi una via di fuga quando vedrai che le cose si stanno mettendo male per te.

Non è una lezione, questa, è una teoria che mi si è infilata in testa da qualche tempo e che di anno in anno si va perfezionando. Potrebbe portarmi vicino a una preziosa illuminazione o in un altro vicolo cieco, non lo so, fatto sta che non posso abbandonarla prima della fine, è una questione d’onore. Sia quel che sia.

Comunque, non è che io mi aspetti grandi cose, figuriamoci!, ma sono sicura che presto un’altra lezione mi si paleserà davanti per permettermi di accedere al quarto livello di consapevolezza. E sento già la disfatta che sarà, mannaggia.

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