(342) Emergenza

Emergenza, sembra ormai che tutto sia diventato un’emergenza. Talmente tutto e talmente emergenza che registriamo la cosa come normale e passiamo oltre. Allucinante, vero? Vero, ma facciamo così.

Diamo per scontato che l’emergenza qualcuno la affronterà e che l’emergenza qualcuno la risolverà. Qualcuno. Ebbene, la notizia è che di solito le emergenze noi le affrontiamo ignorandole, sperando che non accada di peggio, ma senza la voglia di evitare concretamente la catastrofe. Al massimo preghiamo, se ci concediamo il lusso, beninteso. Ad ogni modo sarebbe bene ricordarsi come vanno le cose, e non per cattiveria, ma semplicemente perché così le cose devono andare.

Se la terra trema, non smetterà di tremare solo perché lo ha già fatto e noi ci abbiamo già pianto sopra.

Se qualcuno si lancia con un Tir sulla gente che passeggia spensierata, non smetterà di succedere solo perché è già successo e noi siamo già stati traumatizzati abbastanza.

Se qualcuno salta in aria su una mina antiuomo, non smetteranno le mine antiuomo di far saltare in aria Esseri Umani solo perché noi non ci vogliamo pensare.

Emergenza significa condizione di gravissimo rischio, gravissimo pericolo, gravissima minaccia. Si affronta con grande lucidità, preparazione, coraggio, determinazione. E lo si fa per risolvere l’emergenza, per rientrare nella normalità, per ritornare in zona sicurezza.

Emergency lo sa, sa come si fa, sa che deve fare e non delegare a chi non c’è e a chi non vuole esserci. Ecco, ascoltare chi fa e chi c’è per fronteggiare un’emergenza che vogliamo curare è una cosa saggia.

Un’emergenza è per definizione uno stato di cose che ha vita breve, non è fatta per restare, non è fatta per sopravviverci. Un’emergenza lo sa, siamo noi che non vogliamo prenderci la responsabilità di gestirla. Siamo veramente patetici.

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