(365) Trecentosessantacinque

365: i *Giorni Così* che ho scritto, i giorni che ho vissuto, i giorni che sono passati da quel 28 settembre 2016 in cui ho voluto iniziare questa piccola cosa senza senso. Fa impressione, no?

Devo ammettere che non è la prima cosa senza senso che ho fatto, e che le precedenti son durate parecchio, però questa ha un elemento che la rende inaccessibile a qualsiasi altro genio volesse farmi concorrenza: è completamente e assolutamente inutile. Non solo: non viene minimamente pubblicizzata né da me né da alcuno. Provate a fare di meglio se ci riuscite!

La confessione scoop che oggi voglio offrire a chi si fermasse qui per festeggiare è che *Giorni Così* è il mio egoistico modo per tenere traccia di me. Lo faccio già sul cartaceo, è vero, ma lì le cose diventano più psicoanalisi da lettino: dico cosa ho fatto durante la giornata, dico cosa mi ha fatto girare le palle, dico cosa mi propongo di fare il giorno seguente. Una noia da guinness dei primati. Invece, qui sul diario virtuale, mi impongo di parlare d’altro. Parlare di tutto quello di cui di solito non voglio parlare perché mi sembra che sia ovvio, visto che lo penso.

Ho scoperto che quello che penso non è ovvio neppure per me stessa. Una scoperta sconvolgente e nel contempo affascinante, ve lo assicuro. Significa che finché non lo scrivo non so che lo sto pensando. Il che la dice lunga sulla mia presenza mentale in questa dimensione terrestre, ma anche su un altro aspetto della mia persona che viene spesso giudicata malamente.

Mi spiego: quando parto per la tangente e mi infervoro su un concetto, la gente spesso si infastidisce, o si spaventa, perché pensa che io mi voglia mettere in cattedra per fare lezione. Ergo, la gente mi pensa una presuntuosa-a-tratti-arrogante che crede di avere la verità in mano e vuole imporla al resto del mondo. Non dico che non sia così, perlamordelcielo, dico solo che ragionando ad alta voce il pensiero prende una forma che riesco a vedere, che riesco a riconoscere, che riesco a tenere in mano per rigirarmelo per bene e capire un po’ di più. Più trovo davanti a me contrapposizione di veduta e più il pensiero è stimolato a farsi solido, a farsi specifico, a farsi spesso anche ingombrante. E io capisco meglio. Da lì inizio un percorso a ritroso, molto intimo, in cui mi faccio domande pungenti e imbarazzanti (Perché la pensi così? Perché t’incazzi così? Perché parli troppo? E via dicendo… ) e vengo a capo un po’ del mistero che sono.

Ecco, questa cosa qui non ho mai avuto la possibilità di dirla a nessuno. Nessuno me l’ha mai chiesto e nessuno ha mai pensato che al di là di ciò che si vede e si sente può esserci una me piuttosto diversa. Piuttosto in bilico, piuttosto in ricerca, piuttosto vulnerabile. E non è che sia così importante che nessuno se lo chieda, diventa invece di vitale importanza per me perché io ho il dovere di chiedermelo e di non scappare davanti alla risposta. Le risposte che riproducono la realtà delle cose, fanno risultare il mistero che sono meno mostruoso. Più umano. Non per gli altri, no, ma per me stessa sì.

Buon primo anniversario *Giorni Così*!!!

 

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(0) Inizio

Il fatto che la mia vita sia costellata da una serie impressionante di inizi mi piace parecchio. Il fatto che di questi inizi ho visto altrettante fini mi piace meno. Non sono mai stata brava ad accettare la fine. Non ne faccio una malattia, ma oggettivamente parlando non la prendo benissimo. Mi ci vuole tempo. Tempo per farmene una ragione, anche quando quella fine l’ho voluta io.

Sì, i desideri scoordinati sono una gran rottura di scatole.

Oggi è un bell’inizio. Questo diario mi accompagnerà per i prossimi tre anni. Sembra una follia, lo so, ma ho bisogno di un inizio e ho bisogno di programmare una fine per portare avanti con determinazione il mio lavoro. E quando arriva la fine, tra sollievo e nostalgia, mi prendo un po’ di tempo per una piccola morte temporanea. Poi inizio di nuovo.

Questo inizio profuma d’autunno. La stagione dei pensieri. Perfetto.

b__

 

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Un Diario? Sei Pazza!

Ci ho pensato parecchio. Non era affatto scontato, perché ho almeno cinque altri luoghi virtuali in cui scrivo e ognuno è nato con uno scopo preciso.

NEVERLANDstorie è dedicato alla narrazione e ai miei progetti legati all’argomento, PANDORA, le Storie del Vaso è dove racconto le storie (assieme a un bel team di attori) che più mi piacciono e che voglio condividere con gli ascoltatori del podcast, il Circolo Scrittori Instabili è nato per pubblicare i racconti dei miei allievi, VISIONSmakeBEAUTY è un programma dove intervisto chi ha una Visione che crea Bellezza e vuole condividerla e INSTABILMENTE-contaminazioni d’Arte è il blog dell’associazione culturale di cui sono presidente.

Che cosa diamine mi resta da dire?

Per focalizzare meglio il mio desiderio di aprire un nuovo blog e completare il mio sito (barbarafavaro.com) ho fatto un passo indietro, ovvero: il mio diario.

Scrivo tutte le sere alcuni pensieri in un quaderno, con la copertina bellissima e le pagine senza righe e senza quadretti. Quando le pagine stanno per finire vado in cerca di un nuovo quaderno con la copertina bellissima e le pagine bianche. Ne ho bisogno, è il mio modo per staccare da tutto e fare il punto della situazione. Perché ho sempre la sensazione che se non faccio il punto della situazione le cose possono sfuggirmi di mano. No, non intendo le cose reali… il resto. Tutto quello che di impalpabile mi passa dentro. Dalla testa in giù. Se non ne tengo traccia questa materia effimera si disperde e non la ritroverò più.

Anni fa avevo un blog su Netlog (credo lo abbiano chiuso), era un social network più interessante di Facebook (a mio parere), dove scrivevo ogni giorno un post. Scrivevo storie, in realtà. Tutte queste storie sono finite in un libro, IL MIO REGNO PER UN BLOG.

Quello che mi è mancato in questi ultimi anni è un luogo dove scrivere i miei pensieri per condividerli. Non mi piace farlo su Facebook perché è una piazza troppo grande e dispersiva. Potrebbe, però, funzionare qui.

Bene, sono arrivata al punto.

In questo blog, che ho chiamato *GIORNI COSì*, scriverò i miei pensieri. No, non tutti. Uno al giorno. Così come mi vengono, senza rileggerli, per farli diventare parte del viaggio che possiamo fare assieme.

Il mio mestiere mi porta in luoghi interessanti, dove scopro, imparo, conosco, agisco e penso. Potrebbe piacervi, secondo me. Se volete scoprirlo, mi trovate qui. Ogni sera con un pensiero. A domani, Folks!

b__

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