(1014) Amarezza

Che colore ha l’amarezza? Un brutto colore, verrebbe da dire. O forse è il miscuglio di tanti colori, messi alla rinfusa, che si fondono e si confondono e perdono i propri confini. L’occhio scombussolato non capisce più nulla e ti schianti sul divano aspettando che ti passi.

Ma non passa.

Bisognerebbe trovare una cura per debellare questo maledetto sentimento, ma essendo tale non è labile, rimane ancorato in te e ci resta. Testardo, sordo e bastardo. La chimica non lo scalfisce, la meditazione gli fa il solletico. Il bastardo non molla. È un sentimento, è lì per restare.

Allora bisognerebbe agire contro tutto ciò che ti suscita amarezza, combattere contro chiunque, e qualsiasi cosa, osi aprire in te quella finestra maledetta che non si richiuderà mai, nonostante il tempo e le tempeste. 

E l’amarezza non ti fa piangere, non ti fa urlare, non ti fa sfogare, non ti fa sputare il dolore. Ti consuma. Punto.

Certo che ci può mettere una vita a farlo, ma lei ha tempo perché si mangia il tuo tempo e non si fermerà. 

C’è un modo per rallentare l’inesorabile processo? Sì. Riderle in faccia. Si fa fatica, ma si può. Ridere di quello che è stato e di quello che è. Ridere di quel che se ne è andato e di quello che non se ne vuole andare. Ridere di te. Che ti lasci incastrare da un sentimento da niente, nato chissà perché e cresciuto chissà come, e che pensi sia più forte di tutto. Ma che forte non è.

Tu sì, invece. Sei ancora qui. Giusto?

 

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(924) Importante

C’è un essere orribile dentro di me che si nutre delle cose importanti. Ho una lista di cose importanti da fare, ce l’ho, ma appena si apre un varco per affrontarle scopro che sono sparite. Ovvio che qualcuno sta remandomi contro. L’orribile mostro appunto. 

La lista di cose importanti che ho da parte ricompare davanti ai miei occhi periodicamente, suggerita dai sensi di colpa per il tempo che passa e per la mia pigrizia. Una volta ero decisamente più attiva, prima che arrivasse l’orribile mostro ovviamente.

Non può essere che io mi sia ridotta ai minimi termini soltanto perché sto invecchiando, voglio dire che ci sono persone ultraottantenni ben più vispe di me. Evidentemente sono state capaci di debellare l’orribile mostro preservando così la loro tenace attività.

Insomma, le cose importanti che devo fare non sono diventate meno importanti con il tempo, sono sempre ugualmente importanti. Certo, non urgenti, ma onorevolmente importanti. L’avevo deciso che erano importanti e quando penso a loro ne sono ancora convinta. Cosa c’è da capire che ancora non ho capito?

Mi dico che l’orribile mostro prima o poi si stancherà e io ricomincerò a fare il mio dovere e che per il momento potrei semplicemente vivermi senza stress ulteriore quella parte di me che si dimentica delle cose importanti da fare.

Importante è che io me lo ricordi che sono importanti. E che continui a nutrire i miei inossidabili sensi di colpa. Importante anche buttare un occhio ogni tanto all’orribile mostro, nel caso si volesse allargare troppo. 

Importante. Già. Importante.

 

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