(80) Pagliacci

Tristezza. Tristezza. Tristezza.

Sant’Iddio quanta tristezza c’è dentro un pagliaccio. Insopportabile. Far ridere gli altri è una maledizione che ti prendi addosso perché pensi che solo così potrai essere amato. Ho sempre pensato questo, dal Circo di Moira Orfei (le tre volte che mi ci hanno portata da piccola, poi mi sono rifiutata) al cinema di Fellini e oltre. Nemmeno le “Opinioni di un clown” mi hanno aiutato granché ad ampliare la visuale sulla questione, se devo dirla tutta, o il saggio di Tristam Remy o Slava Polunin. No.

Sì, perché mi sono documentata prima di cristallizzare la mia posizione, mica le sparo così tanto per dire. Eh!

[No, non parlo di IT perché è fuori tema]

Ecco. Ho cambiato idea. Oggi ho visto dei clown far sorridere dei bambini, e di solito li fanno sorridere quando sono in ospedale e stanno malissimo, bambini che anche se con problemi seri non sono messi a paranoie come lo ero io alla loro età – evidentemente, e i bambini quando sorridono sono belli da togliere il respiro.

La lezione? Non prendere mai troppo sul serio quello che pensi. Non è mai definitivo, e spesso non è neppure granché intelligente.

Amen.

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