(12) Integrità

L’integrità non va spiegata. Non richiede argomentazioni, che diventerebbero giustificazioni e suonerebbero come scuse. No, l’integrità basta a se stessa.

C’è un criterio in quello che faccio anche quando sbaglio. Se sbaglio, però, non è mai imputabile a malafede o malintento. Sbaglio perché sovrastimo o sottovaluto elementi che acquistano importanza nell’evolversi delle cose.

Mi sono sbagliata su tutto: in ogni campo, in ogni circostanza, in ogni periodo della mia vita. Quasi un record, lo posso tranquillamente affermare.

Su tutto, ma non ho sbagliato tutto. Le cose e le persone su cui non mi sono sbagliata surclassano le altre, è giusto dirlo. Chissà perché, però, mi ricordo solo le volte in cui mi sono sbagliata. Forse perché sono le volte in cui le conseguenze dello sbaglio mi hanno danneggiato.

Si sa che i segni delle conseguenze (quelle brutte) sono lì per restare.

Mi dispiace essermi sbagliata così tanto, un po’ per orgoglio e un po’ perché nel frattempo sono stata male, un po’ perché ho perso tempo e un po’ perché ho perso fiducia nelle cose del mondo.

Perdonarmi è diventato un lavoro a tempo pieno e son sempre punto e a capo.

Quello che mi salva è l’essere rimasta integra. Non è che se mi sono sbagliata e mi sta per franare addosso l’ira divina io mi scanso o do la colpa a qualcun altro. No. Resto lì e cerco di ripararmi con il mio scalcinato ombrello, aspettando che la pioggia di meteoriti si plachi. E’ il mio modo di vivermi dignitosamente.

Ai più sembrerà una cosa da nulla, ma è importante. Mi fa restare attaccata a me stessa quando il mio istinto mi urla vattene.

No. Resto finché i metoriti smettono di cadere giù. Voglio contarli uno a uno e nominarli, così non me lo dimenticherò più. La stupidità paga pegno. Sempre.

Non dirò il perché. Non devo spiegarmi, giustificarmi, scusarmi.

L’integrità uno se la gestisce come vuole, è una cosa privata.

Sacra.

b__

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(0) Inizio

Il fatto che la mia vita sia costellata da una serie impressionante di inizi mi piace parecchio. Il fatto che di questi inizi ho visto altrettante fini mi piace meno. Non sono mai stata brava ad accettare la fine. Non ne faccio una malattia, ma oggettivamente parlando non la prendo benissimo. Mi ci vuole tempo. Tempo per farmene una ragione, anche quando quella fine l’ho voluta io.

Sì, i desideri scoordinati sono una gran rottura di scatole.

Oggi è un bell’inizio. Questo diario mi accompagnerà per i prossimi tre anni. Sembra una follia, lo so, ma ho bisogno di un inizio e ho bisogno di programmare una fine per portare avanti con determinazione il mio lavoro. E quando arriva la fine, tra sollievo e nostalgia, mi prendo un po’ di tempo per una piccola morte temporanea. Poi inizio di nuovo.

Questo inizio profuma d’autunno. La stagione dei pensieri. Perfetto.

b__

 

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