(611) Giugno

Stasera scriverò qualcosa di assolutamente inutile. Qualcosa che è stato pensato ed è stato eseguito con l’intenzione di dire niente, di servire a niente, di far perdere tempo a chi si fermasse a leggermi anche solo per caso.

Bene. Dopo questa premessa la maggior parte delle persone che transita da qui se ne sarà andata. Qualcun altro, pochi, no. Perché? Perché penseranno che non può essere così come è stato affermato, è un modo per rompere il ghiaccio, ma poi qualcosa sicuramente ci sarà per cui varrà la pena restare.

Ecco, ho appena messo in scena uno dei grandi misteri della mente umana: me lo dichiari apertamente e io non ti credo. La politica nostrana, e non solo, è piena di casi del genere, ma anche la mia modesta esistenza – a dirla tutta. Siamo Esseri molto meno intelligenti di quello che ci raccontiamo, bisognerebbe che ce ne rendessimo conto una buona volta.

Vabbé, visto che la mia affermazione è esattamente così come la realtà dei fatti dimostrerà, vorrei far notare il titolo di questo post: giugno. Inutile, vero? Ma ancora non siete convinti. Ancora c’è un dubbio e quindi state ancora qui a leggermi. Solo per questo vi meritate tutto il mio bene, siete persone belle, persone che vogliono credere nei colpi di scena positivi. Vi stimo.

Se ora concludessi il mio post dicendo qualcosa di utile, però, verrei meno alla premessa/promessa e finirei col dare ragione a quel meccanismo mentale idiota che fa di noi tanti poveri illusi e… non me lo posso permettere. Mi dispiace.

Quindi vi auguro buonanotte, nella speranza che mi possiate perdonare.

Grazie (per davvero).

 

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(550) Aprile

Quest’anno il pesce s’incontra con la colomba, bello strano vero?

La Resurrezione si trasforma in uno scherzo, e qui la blasfemia non è soltanto un pourparler.  Perché nessuno ci ha pensato? Secondo me, qualcuno ci doveva pensare e doveva spostare la Pasqua a un po’ più in là. Vabbé, forse sono troppo sensibile, nonostante non sia troppo legata a ‘ste cose religiose.

Andando a zonzo tra i miei neuroni affaticati ci sono cose in cui inciampo e, quando non mi fanno finire a terra, mi fanno percorrere vie alternative di pensiero che potrebbero anche disorientarmi – a volte lo fanno, altre no. Diamo per scontato che non sono mai questioni di grande portata, eppure non si tratta di una perdita di tempo ma di una ricerca che i suoi strambi frutti li porta. Bisogna soltanto saperli riconoscere.

La cosa piuttosto imbarazzante, invece, è che di questi lumini che mi si accendono io non possa parlarne con nessuno. Lo dico perché ogni volta che ci ho provato i lumini si sono spenti. Rimangono accesi soltanto se li tengo nella mia testa. Considerato che spenti non servono a un bel niente, ho imparato a tenermeli lì chiusi, fanno la luce giusta e mi tengono compagnia, e se voglio parlare di qualcosa con chi mi sta attorno m’invento altro.

Non sono segreti, no, hanno natura diversa. Non è che non possono essere capiti da nessun altro se non io, neppure questo è vero. Semplicemente non sono fatti per uscire e vivere della nostra aria. Come fare a spiegarlo meglio? Forse quando li capirò meglio mi sarà più facile farlo. Nel frattempo, vado a zonzo tra i miei neuroni e registro ogni movimento, ogni lumino che si accende, ogni lumino che si spegne. No, non mi annoio.

Concluderei queste righe di oggi con un’affermazione inutile, ma che a leggerla bene ha il suo onorevole senso, perché comunque è Pasqua e comunque ogni Resurrezione è vita che si rinnova.

Quindi: io mi mangio volentieri il pesce, non la colomba. Quella mi piace pensarla in volo, lontana da tutta la follia umana.

Alleluja!

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